Cile: l’impegno di Caritas italiana per le popolazioni colpite dal terremoto un anno
fa
A un anno dal terremoto che il 27 febbraio 2010 ha colpito il Cile, Caritas italiana
ha raccolto 665.000 euro destinati alla ripresa economica e sociale della popolazione
colpita. Secondo i dati ufficiali del ministero dell’Interno cileno sono rimasti danneggiati
dal sisma circa 500.000 edifici, 451 persone sono morte e 52 risultano ancora disperse.
Dei 665.000 euro raccolti da Caritas italiana - riferisce L'Osservatore Romano - 430.000
euro sono serviti in progetti e attività di sostegno nell’ambito dell’economia familiare,
dello sviluppo comunitario e dell’assistenza psicosociale, attraverso progetti integrali
di riabilitazione a favore di piccole comunità particolarmente vulnerabili, specialmente
della zona rurale e costiera. L’intervento di Caritas Italiana — in collaborazione
con la rete Caritas e in accordo con Caritas Cile — ha raggiunto 2.063 famiglie nei
seguenti ambiti: abitazioni, economia familiare e sviluppo comunitario, con progetti
a favore di piccoli pescatori e piccoli agricoltori. Sono stati forniti strumenti
di lavoro e sostegno per avviare nuove imprese familiari e associative. È stato offerto
un servizio di attenzione psicosociale rivolto a un’ampia fascia di popolazione colpita
dal terremoto che ha mostrato disturbi depressivi come conseguenza della perdita di
affetti e lavoro. Il programma di emergenza è stato realizzato grazie alla collaborazione
delle Caritas di tutto il mondo e di 250 parrocchie e 1.500 chiese locali cilene che
hanno messo a disposizione strutture e volontari. «Profonda gratitudine a tutti coloro
che si sono fidati delle istituzioni Caritas» è stata espressa da padre Rodrigo Tupper,
vicario della pastorale sociale e dei lavoratori e direttore della Caritas di Santiago.
«Abbiamo costituito una rete importante per rifornire di acqua e cibo le persone gravemente
coinvolte: 250 parrocchie e quasi 1.500 chiese locali hanno favorito la distribuzione
di 4.000 tonnellate tra cibo e kit di prima emergenza. Uno degli obiettivi della programmazione
di emergenza — ha sottolineato il religioso — oltre a contrastare l’enorme imminente
bisogno, è stato quello di porre le basi per una ripresa economica di medio e lungo
termine mediante il recupero della produttività e la creazione di nuove attività produttive
come stimolo alle famiglie». Secondo padre Rodrigo Tupper, al momento, «risultano
acuite le divisioni sociali e la Chiesa continua a tessere reti a servizio della popolazione
locale». (R.P.)