2011-03-02 14:36:46

Cile: l’impegno di Caritas italiana per le popolazioni colpite dal terremoto un anno fa


A un anno dal terremoto che il 27 febbraio 2010 ha colpito il Cile, Caritas italiana ha raccolto 665.000 euro destinati alla ripresa economica e sociale della popolazione colpita. Secondo i dati ufficiali del ministero dell’Interno cileno sono rimasti danneggiati dal sisma circa 500.000 edifici, 451 persone sono morte e 52 risultano ancora disperse. Dei 665.000 euro raccolti da Caritas italiana - riferisce L'Osservatore Romano - 430.000 euro sono serviti in progetti e attività di sostegno nell’ambito dell’economia familiare, dello sviluppo comunitario e dell’assistenza psicosociale, attraverso progetti integrali di riabilitazione a favore di piccole comunità particolarmente vulnerabili, specialmente della zona rurale e costiera. L’intervento di Caritas Italiana — in collaborazione con la rete Caritas e in accordo con Caritas Cile — ha raggiunto 2.063 famiglie nei seguenti ambiti: abitazioni, economia familiare e sviluppo comunitario, con progetti a favore di piccoli pescatori e piccoli agricoltori. Sono stati forniti strumenti di lavoro e sostegno per avviare nuove imprese familiari e associative. È stato offerto un servizio di attenzione psicosociale rivolto a un’ampia fascia di popolazione colpita dal terremoto che ha mostrato disturbi depressivi come conseguenza della perdita di affetti e lavoro. Il programma di emergenza è stato realizzato grazie alla collaborazione delle Caritas di tutto il mondo e di 250 parrocchie e 1.500 chiese locali cilene che hanno messo a disposizione strutture e volontari. «Profonda gratitudine a tutti coloro che si sono fidati delle istituzioni Caritas» è stata espressa da padre Rodrigo Tupper, vicario della pastorale sociale e dei lavoratori e direttore della Caritas di Santiago. «Abbiamo costituito una rete importante per rifornire di acqua e cibo le persone gravemente coinvolte: 250 parrocchie e quasi 1.500 chiese locali hanno favorito la distribuzione di 4.000 tonnellate tra cibo e kit di prima emergenza. Uno degli obiettivi della programmazione di emergenza — ha sottolineato il religioso — oltre a contrastare l’enorme imminente bisogno, è stato quello di porre le basi per una ripresa economica di medio e lungo termine mediante il recupero della produttività e la creazione di nuove attività produttive come stimolo alle famiglie». Secondo padre Rodrigo Tupper, al momento, «risultano acuite le divisioni sociali e la Chiesa continua a tessere reti a servizio della popolazione locale». (R.P.)







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