Australia: l’impegno di Catholic Mission a favore delle donne
Celebrare il ruolo delle donne a favore della pace e del progresso sociale e il loro
contributo al tessuto sociale in tutto il mondo. Questo l’obiettivo delle Pontificie
Opere Missionarie australiane (Catholic Mission), che sostengono progetti in 160 Paesi
di tutto il mondo specificamente mirati a rafforzare le donne a farsi carico della
propria vita. “Nei Paesi in via di sviluppo Catholic Mission è impegnata con le donne
e le ragazze più bisognose, per sostenere e promuovere la loro uguaglianza e partecipazione
attiva nella società”, si legge in una nota di Martin Teulan, direttore nazionale
di Catholic Mission Australia giunta all’agenzia Fides, “Le aiutiamo a raggiungere
la pienezza della vita attraverso la formazione alla fede, offrendo loro conoscenze
linguistiche e matematiche, e opportunità economiche attraverso l'accesso a posti
di lavoro qualificati”. Una delle ambasciatrici di Catholic Mission Australia più
coinvolte nella questione femminile è Nurse Pasipanodya, nata nello Zimbabwe occidentale
e costretta a lasciare il suo Paese. Nurse è un'insegnante e una grande sostenitrice
dell'istruzione delle ragazze nei Paesi in via di sviluppo. In Australia è una figura
fondamentale tra i gruppi sociali della comunità degli espatriati dello Zimbabwe ed
è stata tra i fondatori della Comunità cattolica locale e dell'organizzazione femminile
cattolica dello Zimbabwe. Ha anche avviato un ente di beneficenza per aiutare le persone
sieropositive in Zimbabwe. La saggezza di una fede profonda è un'altra caratteristica
di Nurse, si legge ancora nel comunicato. “Dio è una forza così grande nella nostra
vita. La gente deve imparare a fermarsi e ad ascoltare” è solita ribadire. "E' per
le donne come Nurse che bisogna celebrare la Giornata Internazionale della Donna"
sottolinea ancora Teulan. Nel 2010, in Zimbabwe Catholic Mission ha aiutato direttamente
10.286 orfani di Aids e bambini vulnerabili, oltre ad aver contribuito all'educazione
di ragazze che altrimenti non avrebbero potuto frequentare la scuola. (M.R)