Terra Santa: presto a Gerusalemme 80 appartamenti per famiglie cristiane
Un progetto per la costruzione di 80 appartamenti a sud di Gerusalemme, a Beit Safafa,
sarà ultimato a breve per contenere l’esodo dei cristiani dalla Terra Santa. L’idea
è del patriarcato latino di Gerusalemme per alloggiare soprattutto giovani coppie.
Lo spiega al mensile “Gerusalemme”, il nuovo periodico del patriarcato, mons. William
Shomali, vescovo ausiliare di Gerusalemme, che sottolinea come la popolazione cristiana
a Gerusalemme sia diminuita significativamente negli ultimi anni. Nel 1948 i cristiani
erano 25 mila, oggi non sono più di 10 mila. Al fine di evitare l’emigrazione dei
cristiani il patriarcato ha così acquistato un ampio terreno per farvi costruire alloggi.
Saranno abitati da impiegati e operai che lavorano presso istituzioni e associazioni
cristiane di Gerusalemme. “Sono state scelte anche due famiglie musulmane – dice mons.
Shomali –, i primi 40 appartamenti, quindi la metà del progetto, saranno abitabili
tra undici mesi”. Ci sono voluti 15 anni per iscrivere il progetto nel catasto cittadino.
Oggi il Patriarcato coordina i contatti tra gli acquirenti e i diversi gruppi che
intervengono nel cantiere (avvocati, ingegneri, finanziatori...) e rappresenta i beneficiari
presso le diverse istanze amministrative. Per l’assegnazione dei primi 40 alloggi
è stata organizzata un’estrazione a sorte tra le famiglie ritenute idonee sulla base
di un’accurata istruttoria. Sono gli acquirenti stessi che hanno assicurato il finanziamento
del progetto pagando il terreno con denaro chiesto in prestito alla Arab Bank, che
ha concesso mutui su mediazione del Patriarcato. Il progetto avrà un costo totale
di 15 milioni di dollari e ha beneficiato di 2 milioni di dollari sotto forma di donazioni
e sovvenzioni. 600 mila dollari sono dono dell’Ordine del Santo Sepolcro, delle sue
Luogotenenze e soprattutto di iniziative personali mentre la cooperazione italiana
ha partecipato con la quota di oltre un milione di dollari. “Un progetto simile non
può certo pretendere di risolvere tutti i problemi della comunità cristiana di Gerusalemme
– ha spiegato mons. Shomali – e nemmeno il crescente bisogno di alloggi. Ma vuole
contribuire a risolvere in parte il problema e soprattutto a creare un progetto pilota
che potrebbe essere imitato da altre istituzioni religiose”. Il progetto si aggiunge
ad altri realizzati dal Patriarcato stesso e dalla Custodia di Terra Santa che ne
ha appena ultimato uno di 71 unità abitative, a Betfage, nel settore Est di Gerusalemme.
(T.C.)