Il Papa ricorda all’Angelus che non si possono servire due padroni: Dio e la ricchezza;
invita quindi a vivere con semplicità e sobrietà
Non si possono servire due padroni: Dio e la ricchezza. Il Papa all’Angelus chiede
di avere fede nella Provvidenza e di adottare uno stile di vita semplice e sobrio,
nel rispetto del Creato. Il servizio di Roberta Gisotti:
Avere
fiducia nella Provvidenza e affidarle tutte le angosce, difficoltà e preoccupazioni
per il futuro. L’invito di Benedetto XVI, ispirato dalle parole di Isaia nella liturgia
domenicale, e dal Vangelo di Matteo, dove Gesù esorta i suoi discepoli a non preoccuparsi
delle cose di cui vanno in cerca i pagani, di non chiedersi dunque “Che cosa mangeremo?
Che cosa berremo? Che cosa indosseremo” e a confidare nel Padre celeste, che conosce
i nostri bisogni. Un discorso questo di Gesu – ha osservato il Papa - che “potrebbe
apparire poco realistico, se non evasivo”, “di fronte alla situazione di tante persone,
vicine e lontane, che vivono in miseria” .
“In realtà, il Signore
vuole far capire con chiarezza che non si può servire a due padroni: Dio e la ricchezza.
Chi crede in Dio, Padre pieno d’amore per i suoi figli, mette al primo posto la ricerca
del suo Regno, della sua volontà”.
“E ciò – ha osservato il Santo
Padre - è proprio il contrario del fatalismo o di un ingenuo irenismo.”
“La
fede nella Provvidenza, infatti, non dispensa dalla faticosa lotta per una vita dignitosa,
ma libera dall’affanno per le cose e dalla paura del domani”.
“E’
chiaro che questo insegnamento di Gesù, - ha aggiunto Benedetto XVI - pur rimanendo
sempre vero e valido per tutti, viene praticato in modi diversi a seconda delle diverse
vocazioni”:
“un frate francescano potrà seguirlo in maniera più radicale,
mentre un padre di famiglia dovrà tener conto dei propri doveri verso la moglie e
i figli. In ogni caso, però, il cristiano si distingue per l’assoluta fiducia nel
Padre celeste, come è stato per Gesù.”
E’ proprio infatti, “la relazione
con Dio Padre - ha spiegato il Papa - che dà senso a tutta la vita di Cristo, alle
sue parole, ai suoi gesti di salvezza, fino alla sua passione, morte e risurrezione.
“Gesù
ci ha dimostrato che cosa significa vivere con i piedi ben piantati per terra, attenti
alle concrete situazioni del prossimo, e al tempo stesso tenendo sempre il cuore in
Cielo, immerso nella misericordia di Dio”.
Alla Madre della divina
Provvidenza Benedetto XVI ha affidato le nostre vite, il cammino della Chiesa, le
vicende della storia.
“In particolare, invochiamo la sua intercessione
perché tutti impariamo a vivere secondo uno stile più semplice e sobrio, nella quotidiana
operosità e nel rispetto del creato, che Dio ha affidato alla nostra custodia”.
Dopo
la preghiera mariana, i saluti nelle varie lingue rivolti ai fedeli e turisti raccolti
in piazza S. Pietro. Un indirizzo particolare è andato alla rappresentanza giunta
in occasione della Giornata internazionale per le malattie rare, cui il Papa ha assicurato
una preghiera speciale, augurando passi avanti per la ricerca in questo campo. Giornata
che verrà celebrata domani sotto lo slogan “Rari ma uguali”.