Libia: prosegue senza sosta l’impegno umanitario dei religiosi accanto ai sofferenti
«La principale preoccupazione è quella di essere accanto ai malati e ai sofferenti
e rendere il contributo prezioso per via della nostra vicinanza alla popolazione»:
con queste parole il vicario apostolico di Benghazi, Sylvester Carmel Magro, ha commentato
l’impegno della comunità cattolica in Libia. Lo riferisce L’Osservatore Romano. I
religiosi e le religiose continuano senza sosta a fornire sostegno alla popolazione,
nonostante i pericoli per le violenze che stanno segnando il Paese africano. In particolare,
sono numerose le suore, coadiuvate da infermiere soprattutto filippine, che lavorano
negli ospedali e nelle strutture messe a disposizione per soccorrere i feriti e i
malati. A Tripoli, a esempio, operano fra le altre le suore di Madre Teresa, mentre
altre comunità di religiose sono presenti a Bengasi e a Tobruk. All’emergenza sanitaria
per i feriti e dei malati, si aggiunge quella dell’assistenza degli immigrati provenienti
dall’Eritrea o da altri Paesi dell’Africa sub-sahariana, che hanno come unico punto
di riferimento le strutture missionarie. Il vicario apostolico di Benghazi ha spiegato
che «i cattolici condividono il destino della nazione con chiunque altro». La realtà
attuale e il futuro appaiono costellati d’incertezze. Una missionaria delle Suore
della Carità dell’Immacolata Concezione ha osservato che le religiose non sono state
coinvolte nelle violenze e che «il loro lavoro continuerà nonostante le incognite
su chi effettivamente controlla il territorio». La polizia e l’esercito, ha puntualizzato
la religiosa, «sono scomparsi e ognuno pensa a salvare se stesso e i propri beni».
I vicariati apostolici di Benghazi e di Tripoli coordinano le strutture e le attività
dei missionari. Diverse comunità parrocchiali sono servite dai francescani. Data l’alta
presenza d’immigrati, provenienti anche dall’Asia, le celebrazioni delle Messe avvengono
in varie lingue, almeno una volta alla settimana. La comunità cattolica non è stata
fatta oggetto di violenze. «Molti fedeli si recano nelle nostre parrocchie per implorare
la pace — ha evidenziato il vicario apostolico di Tripoli, Giovanni Innocenzo Martinelli
— e le chiese di Tripoli e di Bengasi non hanno subito alcuna offesa». In ogni città
della Cirenaica, ha aggiunto, le suore portano speranza alla popolazione: «Oltre al
servizio pastorale — ha specificato il presule — offriamo un servizio sociale. Per
i libici e gli immigrati le nostre chiese sono sia luogo di culto che di assistenza
e di socializzazione». Un impegno che non cesserà: «Siamo qui per servire il popolo
libico e nessuno se la sente di lasciare».