2011-02-26 08:39:54

Libia: prosegue senza sosta l’impegno umanitario dei religiosi accanto ai sofferenti


«La principale preoccupazione è quella di essere accanto ai malati e ai sofferenti e rendere il contributo prezioso per via della nostra vicinanza alla popolazione»: con queste parole il vicario apostolico di Benghazi, Sylvester Carmel Magro, ha commentato l’impegno della comunità cattolica in Libia. Lo riferisce L’Osservatore Romano. I religiosi e le religiose continuano senza sosta a fornire sostegno alla popolazione, nonostante i pericoli per le violenze che stanno segnando il Paese africano. In particolare, sono numerose le suore, coadiuvate da infermiere soprattutto filippine, che lavorano negli ospedali e nelle strutture messe a disposizione per soccorrere i feriti e i malati. A Tripoli, a esempio, operano fra le altre le suore di Madre Teresa, mentre altre comunità di religiose sono presenti a Bengasi e a Tobruk. All’emergenza sanitaria per i feriti e dei malati, si aggiunge quella dell’assistenza degli immigrati provenienti dall’Eritrea o da altri Paesi dell’Africa sub-sahariana, che hanno come unico punto di riferimento le strutture missionarie. Il vicario apostolico di Benghazi ha spiegato che «i cattolici condividono il destino della nazione con chiunque altro». La realtà attuale e il futuro appaiono costellati d’incertezze. Una missionaria delle Suore della Carità dell’Immacolata Concezione ha osservato che le religiose non sono state coinvolte nelle violenze e che «il loro lavoro continuerà nonostante le incognite su chi effettivamente controlla il territorio». La polizia e l’esercito, ha puntualizzato la religiosa, «sono scomparsi e ognuno pensa a salvare se stesso e i propri beni». I vicariati apostolici di Benghazi e di Tripoli coordinano le strutture e le attività dei missionari. Diverse comunità parrocchiali sono servite dai francescani. Data l’alta presenza d’immigrati, provenienti anche dall’Asia, le celebrazioni delle Messe avvengono in varie lingue, almeno una volta alla settimana. La comunità cattolica non è stata fatta oggetto di violenze. «Molti fedeli si recano nelle nostre parrocchie per implorare la pace — ha evidenziato il vicario apostolico di Tripoli, Giovanni Innocenzo Martinelli — e le chiese di Tripoli e di Bengasi non hanno subito alcuna offesa». In ogni città della Cirenaica, ha aggiunto, le suore portano speranza alla popolazione: «Oltre al servizio pastorale — ha specificato il presule — offriamo un servizio sociale. Per i libici e gli immigrati le nostre chiese sono sia luogo di culto che di assistenza e di socializzazione». Un impegno che non cesserà: «Siamo qui per servire il popolo libico e nessuno se la sente di lasciare».








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