I vescovi colombiani: “no” alle adozioni da parte di coppie omosessuali
Ieri il segretario dell’episcopato della Colombia, mons. Juan Vicente Córdoba Villota,
ha informato i giornalisti del fatto che i vescovi hanno indirizzato un documento
ai membri della Corte Costituzionale per chiedere che non sia legalizzata la possibilità
che le coppie omosessuali adottino figli. “In concreto chiediamo alla Corte - ha precisato
il presule - di non autorizzare le adozioni di figli in questi casi, tenendo presente
i diritti dei minorenni. Secondo il diritto internazionale, ma anche secondo il nostro
codice, per i minorenni l’adozione è, al di sopra di ogni cosa, una protezione del
bambino (articolo 88)". Quando lo Stato autorizza un’adozione si propone di dare il
suo patrocinio sociale e la sua protezione a persone che hanno bisogno di essere accolte
in una famiglia “sia per ragioni di tenera età sia per manifesto stato di indifesa.
Perciò è evidente che l’interesse primo e supremo è quello della persona che ha bisogno
di essere adottata, il minore, e quindi è questa la motivazione e il fondamento dell’adozione
in quanto figura giuridica”. Per mons. Juan Vicente Córdoba Villota, secondo quanto
i vescovi affermano nella loro lettera alla Corte, “l’adozione può essere concessa
soltanto in funzione dei diritti del minore e in caso di un qualsiasi conflitto sono
questi diritti quelli che devono prevalere sempre”. “L’adozione - ha osservato il
segretario dell’episcopato colombiano - non è un diritto delle persone che desiderano
adottare, sia nel caso di coppie omosessuali o eterosessuali, perciò stabilire quanto
credono i vescovi non costituisce una violazione di un diritto fondamentale. Tale
presunto diritto, infatti, non esiste”. Infine, il presule ha voluto rilevare come,
di fronte ad alcune critiche, agendo in questo modo non si configuri nessuna “discriminazione”
delle persone che desiderano adottare. (A cura di Luis Badilla)