Manifestazioni in Tunisia ed Egitto contro i governi provvisori
Ad un mese esatto dall'inizio della rivolta popolare in Egitto, Piazza Tahrir, al
centro del Cairo, punto di riferimento dei manifestanti, oggi è di nuovo gremita da
centinaia di migliaia di persone. La dimostrazione è stata indetta dal "Movimento
del 6 Aprile", oltre che dai Fratelli musulmani, con l’obiettivo di continuare la
pressione sul Consiglio supremo delle Forze armate per arrivare all’estromissione
degli esponenti del governo provvisorio, collegati al vecchio regime, e a un processo
rapido per l’ex presidente, Hosni Mubarak.
Tunisia Da questa mattina,
alcune decine di migliaia i manifestanti sono riuniti nel centro di Tunisi per chiedere
le dimissioni del governo provvisorio tunisino, insediatosi dopo la cacciata dell'ex
presidente, Zine el-Abidine Ben Ali. Lo riferisce l'emittente satellitare al-Arabiya.
Con la conclusione della preghiera islamica del venerdì, si prevede che la protesta
possa raggiungere dimensioni maggiori.
Bahrain Anche nel Bahrein
non si arresta l’ondata delle proteste antigovernative. Migliaia di manifestanti sono
da stamani nel centro di Manama per il “venerdì del lutto”, così come è stata definita
la giornata odierna dalle opposizioni e dalle organizzazioni della società civile,
per commemorare i sette uomini uccisi dall'inizio delle proteste, dodici giorni fa.
La mobilitazione è animata per lo più dagli sciiti del Bahrein, la maggioranza della
popolazione dell'arcipelago del Golfo, che chiedono un ridimensionamento della dinastia
sunnita dei Khalifa, al potere da oltre due secoli, e la trasformazione del Paese
in una vera “monarchia costituzionale”.
Yemen La tensione resta altissima
anche nello Yemen. Nella capitale Sanaa, al termine della tradizionale preghiera islamica
del venerdì, manifestanti anti-regime si sono diretti verso il raduno all'esterno
dell'Università della capitale, mentre un doppio cordone di poliziotti in tenuta antisommossa
era schierato a dividere i giovani studenti dai sostenitori del presidente, Ali Abdallah
Saleh, al potere da 32 anni. Fino ad oggi, si contano in tutto 17 morti negli ultimi
nove giorni di disordini. Il presidente Saleh, che ieri aveva chiesto esplicitamente
alle forze di sicurezza di “proteggere i manifestanti”, ha invitato i dimostranti
a “limitarsi a manifestazioni pacifiche”, ordinando al contempo la formazione di un
comitato, diretto dal premier Ali Mujawar, per il dialogo con i rappresentanti dei
manifestanti.
Algeria-Obama Il presidente statunitense, Barack Obama,
si felicita con l’Algeria per aver posto fine allo stato d’emergenza durato 19 anni.
“E’ un segno positivo” – ha dichiarato Obama – che il governo si adoperi per rispondere
alle aspirazioni del popolo. Contiamo – ha aggiunto – su ulteriori passi da parte
del governo che possano garantire al popolo algerino di poter esercitare pienamente
i suoi diritti universali”.
Iran Prosegue il pugno di ferro del regime
iraniano nei confronti degli esponenti del fronte riformista. I giovani del movimento
dell'Onda Verde hanno annunciato intanto che torneranno in piazza mercoledì prossimo,
se le autorità non libereranno i leader dell'opposizione, Mir Hossein Mousav e Mehdi
Karroubi, agli arresti domiciliari.
Al Qaeda minaccia l'Occidente Nuove
minacce di Al Qaida contro l’Occidente. In un video, al Zawahiri, il numero due del
gruppo terroristico legato a Osama Bin Laden, ha parlato ai suoi uomini incitandoli
a sabotare i sistemi economici e industriali per indebolire la potenza occidentale.
Lo ha reso noto l'organizzazione statunitense Site, specializzata nel monitoraggio
dei siti islamici.
Irlanda: elezioni legislative Gli irlandesi sono
chiamati oggi alle urne per il rinnovo anticipato del parlamento. Il voto arriva dopo
il salvataggio finanziario di fine novembre e i tagli alla spesa pubblica, che hanno
segnato la caduta del governo uscente del premier, Brian Cowen, la prima "vittima"
della crisi economica in Europa. Il servizio è di Enzo Farinella:
Cinquecentosessantasei
candidati – un numero record – si contenderanno i 165 seggi del parlamento della Repubblica
Irlandese: ben 233 di questi si presentano da indipendenti, quasi a sottolineare l’insofferenza
verso istituzioni politiche, ritenute responsabili del collasso economico e di quella
che fino a due anni fa veniva denominata “la tigre celtica”. Secondo sondaggi di opinione,
il partito Fianna Fail, al governo negli ultimi 13 anni, dovrebbe subire una notevole
flessione: a rimpiazzarlo potrebbe esserci una coalizione tra Fine Gael, alleato del
Partito popolare europeo (Ppe), e i laburisti. Anche se i due schieramenti hanno mostrato
varie incrinature durante la campagna elettorale. Il Partito Sinn Fein, del nazionalista
Gerry Adams, potrebbe raddoppiare la sua presenza in parlamento con 12 o addirittura
15 deputati, mentre gli indipendenti potrebbero determinare la maggioranza del nuovo
governo della Repubblica di Irlanda. Si vota dalle 7.00 alle 22.00, ora locale, e
lo spoglio dei voti avrà inizio domani.
Italia, terrorismo: arrestati
a Brescia sei militanti di un gruppo islamico Sei cittadini marocchini appartenenti
al movimento fondamentalista islamico Adl Wal Ihsane (Giustizia e Carità) sono stati
arrestati a Brescia dalla polizia. Gli stranieri, tutti residenti nell'hinterland
della città lombarda, sono accusati di aver costituito un gruppo che aveva tra i propri
obiettivi l'incitamento alla discriminazione e all'odio razziale e religioso, alla
violenza e al jihad nei confronti dei cristiani e degli ebrei. In un documento
sequestrato dalla polizia, erano annotati gli argomenti trattati nelle riunioni riservate
agli esponenti di rilievo del gruppo.
Italia, decreto mille proroghe: 309
"sì", la Camera vota la fiducia Con 309 voti a favore e 287 contrari, la Camera
ha votato la fiducia al governo sul decreto mille proroghe. Domani toccherà al Senato,
dove la fiducia si preannuncia scontata. I termini più importanti del provvedimento
riguardano i media, gli interessi applicati dalle banche, gli insegnanti precari,
il personale Consob, le demolizioni in Campania, Roma capitale e i biglietti del cinema.
Per il presidente dei deputati del Carroccio, Marco Reguzzoni, il decreto mille proroghe
“non riguarda soltanto gli interessi del Nord ma serve a tutto il Paese”. “Noi votiamo
no convintamente, perchè è un provvedimento profondamente iniquo”, è stato invece
il commento del vicesegretario del Partito democratico, Enrico Letta.
Terremoto
in Nuova Zelanda: sale il bilancio dei morti È salito a 113 morti e 228 dispersi
il bilancio, ancora provvisorio, del terremoto di magnitudo 6.3 avvenuto martedì scorso
nella città di Christchurch, in Nuova Zelanda. Più di 2500 sono i feriti, di cui oltre
160 in modo grave. Il sindaco della città, Bob Parker, ha assicurato che i soccorritori
non perdono la speranza di trovare sopravvissuti. Il comandante della polizia, Dave
Cliff, ha ammesso, invece, che non vi è alcuna possibilità di recuperare persone ancora
in vita dal palazzo della Canterbury Tv, edificio nel cuore della città, che ospitava
anche una scuola d’inglese per stranieri, dove si trovavano fino a 120 persone, fra
cui 11 studenti giapponesi. Altri corpi, fra 16 e 22, si ritengono sepolti fra le
macerie della storica cattedrale anglicana nella piazza centrale della città. (Panoramica
internazionale a cura di Marco Guerra)
Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LV no. 56