Libia sempre più nel caos. I ribelli avanzano verso Tripoli, mentre Gheddafi parla
nuovamente alla popolazione
Precipita la situazione in Libia. Dopo la caduta della Cirenaica nelle mani dei ribelli,
si continua a combattere nel resto del Paese e nelle vicinanze della capitale Tripoli.
Sempre più plausibile la stima delle vittime che parla di almeno 10 mila morti, mentre
fervono i contatti tra i leader internazionali per fermare le violenze. Il presidente
americano Obama e quello francese Sarkozy si sono dichiarati concordi nel voler chiedere
una nuova riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e sulla necessità di misure
concrete per assicurare l'aiuto umanitario alla Libia e per punire i responsabili
della sanguinosa repressione in atto. Sulla stessa linea il colloquio Obama-Berlusconi.
Intanto Muammar Gheddafi, gioca le ultime carte prima di quella che, a detta di tutti,
appare come un’imminente caduta del suo quarantennale regime. Il colonnello è tornato
a parlare alla popolazione. Il servizio di Amina Belkassem:
Ed una altra
zona calda è la frontiera con la Tunisia, a poche decine di chilometri da Tripoli.
A causa della possibile caduta della capitale nelle mani dei ribelli, imponente l’afflusso
di persone che stanno lasciando la Libia. Dal confine libico-tunisino ci riferisce
Barbara Schiavulli:
I commentatori
internazionali si dividono sul futuro del regime di Gheddafi. Quelle che stiamo vivendo
sono le ultime ore del colonnello alla guida della Libia. E’ di quest’idea Muhammad
Rifaa al Tahtawi, dell’Università egiziana Al Azhar e già ambasciatore del Cairo in
Libia, intervistato da Francesca Sabatinelli: