Il cardinale Bagnasco alla Salesiana: “L’educazione dei giovani è il futuro dell’uomo”
L’educazione dei giovani come strumento che conduca a scegliere la cultura della vita
anziché la cultura della morte, il confronto tra le quali mette in gioco il futuro
dell’uomo. Questo ieri il centro dell’intervento del cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo
di Genova e presidente dei vescovi italiani, presso la Pontificia Università Salesiana.
Nel suo discorso, intitolato “Educare alla vita buona del Vangelo: il contributo delle
università”, il porporato ha sottolineato il concetto di “emergenza educativa” più
volte evidenziato anche da Benedetto XVI come la principale sfida da raccogliere per
la Chiesa proiettata nell’epoca attuale. “L’educazione è stata in ogni tempo un compito
delicato e difficile – sono le sue parole riportate dall'agenzia Sir – anima dell’educazione
può essere solo una speranza affidabile e oggi questa nostra speranza è insidiata
da molte parti e rischiamo di diventare anche noi, come gli antichi pagani, uomini
senza speranza e senza Dio”. Un punto focale dell’intervento è stato la condizione
giovanile, un tema inscindibile dalla riflessione sulla crisi di fiducia nella vita
che nei giovani assume la forma di una vera e propria fragilità, troppo spesso “luogo
di scorribande emotive sempre più veloci per la legge della sensibilità – ha proseguito
il cardinale Bagnasco – su questa esposizione senza difese si concentra il fuoco incrociato
degli interessi più diversi, economici e commerciali”. Un fuoco incrociato che può
“sfociare nello stordimento, nel disinteresse generico, nella eccedenza, nel cinismo
comportamentale”, insomma, in una “tristezza facilmente risentita”. Sul tema della
ricerca della verità, il presidente della Cei si chiede da cosa essa oggi, sia oscurata:
“Dalla banalità e dalla volgarità imperante”, è la risposta, e, richiamando l’enciclica
del Papa “Caritas in Veritate”, ha concluso con una considerazione sui “valori non
negoziabili”: “Quando una società si avvia verso la negazione e la soppressione della
vita, finisce per non trovare più le motivazioni e le energie necessarie per adoperarsi
a servizio del vero bene dell’uomo”. (A cura di Roberta Barbi)