Svizzera: le comunità religiose si interrogano sulla questione degli abusi sessuali
sui minori
Fare in modo che gli abusi sessuali sui minori non siano più un tabù nella Chiesa.
È l’indicazione scaturita da un incontro promosso lunedì a Zurigo dalla Conferenza
delle Unioni dei religiosi e delle religiose e degli Istituti secolari della Svizzera
e dall’abate Martin Werlen, responsabile dello speciale gruppo di esperti istituito
dalla Conferenza episcopale sugli abusi sessuali nella Chiesa. Scopo della sessione,
a cui hanno partecipato 74 superiori e superiore religiose di tutte le regioni linguistiche
della Confederazione, era di sensibilizzare le comunità religiose su questa dolorosa
problematica di cui ancora si fa fatica a parlare nella Chiesa elvetica. Le relazioni
degli esperti invitati ad intervenire hanno affrontato la questione sotto diversi
profili: si è parlato degli aspetti psicologici degli abusi, di come gestire i casi,
delle responsabilità, delle implicazioni giuridiche e dell’impatto sui media del fenomeno.
Dalla sessione è emersa una maggiore consapevolezza sulla necessità di affrontare
apertamente il problema e quindi di responsabilizzare le comunità religiose elvetiche
perché possano dare un aiuto concreto alle vittime degli abusi commessi da alcuni
loro membri. Alla questione degli abusi sessuali sui minori nella Chiesa i vescovi
elvetici avevano dedicato, l’anno scorso, la loro assemblea plenaria primaverile in
cui avevano riconosciuto le proprie responsabilità impegnandosi a una collaborazione
più stretta con le autorità civili per assicurare alla giustizia i responsabili. La
grande maggioranza dei casi nel Paese ha avuto luogo tra il 1950 e il 1990. (L.Z.)