Sud Sudan: in crescita Radio Miraya, l’emittente Onu per la ricostruzione del Paese
“Un microfono è meglio di una pistola”: sono le parole di David, uno dei conduttori
di Radio Miraya, emittente in crescita nel Sud Sudan, Paese devastato da oltre ventidue
anni di guerra intestina. Gestita della missione ONU nel Paese (Minus) e dalla Fondazione
Hirondelle, un’Organizzazione non governativa svizzera che costruisce supporti multimediali
nelle zone di crisi post-conflitto, Radio Miraya è stata lanciata il 30 giugno del
2006, ma con il tempo è cresciuta molto, tanto che oggi conta più di cento membri
nello staff, provenienti da varie zone del Sudan. Molti di loro sono ex bambini-soldato
che ora cercano di dare un futuro al Paese attraverso un’informazione libera e aperta.
Le trasmissioni vanno in onda 24 ore al giorno per sette giorni alla settimana, con
l’obiettivo di trasformare l’emittente in un punto di riferimento per la società civile,
dando voce a tutta la popolazione. Un obiettivo divenuto ancora più importante alla
luce del referendum del gennaio scorso, che ha visto il Sud Sudan votare a favore
dell’indipendenza. Il palinsesto di Radio Miraya prevede dibattiti politici, servizi
di cronaca - con particolare attenzione alla questione dei rifugiati – un talk show,
“Faccia a faccia”, che ospita personalità della società civile, ma anche un programma
intitolato “La nostra casa” che cerca di dare risposte ai problemi più concreti della
vita familiare e domestica, come quello di mangiare in modo sano e bilanciato, nonostante
la scarsità delle risorse. Spazio anche alla musica, con programmi che ripercorrono
le sonorità tradizionali sudanesi e che hanno particolare presa sui giovani, ricreando
il tessuto del passato e della cultura. In fondo, molti ragazzi sono consapevoli del
fatto che la radio è uno strumento importante per far conoscere al mondo le difficili
condizioni del Sudan, uno strumento importante per avere voce e ricevere aiuto. (I.P.)