La protesta nei Paesi arabi: concessioni da parte dei governi
Sono state accolte in Algeria le richieste degli studenti scesi in piazza nei giorni
scorsi in diverse città del Paese. Una manifestazione ad Algeri è stata repressa con
violenza lunedì e alcuni giovani sono rimasti feriti. Il decreto del 13 dicembre 2010
contestato dagli studenti “è stato abrogato” ieri dal Consiglio dei ministri nell'ambito
delle numerose misure, tra cui la revoca dello Stato d'emergenza, adottate per frenare
l'ondata di proteste che stanno attraversando il Paese dall'inizio di gennaio. La
norma aveva modificato le qualifiche richieste per accedere a determinati posto di
lavoro, svalutando, secondo gli studenti, alcuni diplomi. La Direzione generale della
sicurezza nazionale (Dgsn) ha anche annunciato che sarà avviata un'inchiesta per identificare
i responsabili delle violenze contro la manifestazione degli studenti di lunedì. “Nessuno
ha dato l'ordine di caricare” - si legge in un comunicato della Dgsn, ripreso dalla
stampa - “chi ha commesso queste gravi violazioni sarà sanzionato”.
In Bahrein
il re grazia 23 militanti sciiti Migliaia di manifestanti sono scesi in strada
nella capitale del Bahrein, Manama, per chiedere riforme al governo. La manifestazione
avviene mentre il re del Bahrein, Hamad Bin Isa al-Khalifah, è a colloquio in Arabia
Saudita con il re Abdullah. Stamane un deputato dell'opposizione ha annunciato che
23 militanti sciiti del Bahrein accusati di terrorismo sono stati liberati per una
grazia del re. I 23 erano stati sotto processo da ottobre per aver "formato una organizzazione
illegale", "praticato il terrorismo", "finanziato attività terroristiche" e "propagato
informazioni false e tendenziose".
In Arabia Saudita il re annuncia provvedimenti
a favore del popolo Il re Abdullah d'Arabia Saudita ha annunciato oggi una
serie di provvedimenti a favore della popolazione, quali sussidi per gli alloggi e
borse di studio per studenti. L'anziano re è rientrato a Riad dopo aver trascorso
tre mesi all'estero, durante i quali ha subito due interventi chirurgici alla schiena.
Lo riferisce la Televisione di Stato saudita. Centinaia di uomini in veste bianca
hanno inscenato danze beduine con le spade, su tappeti tradizionali, per onorare all'aeroporto
della capitale il monarca, che compirà presto 87 anni. Il presidente egiziano Hosni
Mubarak, stretto alleato dell'Arabia Saudita, è stato costretto a dimettersi da una
rivoluzione popolare l'11 febbraio, e anche il tunisino Zine El Abidine Ben Ali è
stato cacciato dal potere e si è rifugiato il 14 gennaio in Arabia.
In Giordania
annunciata “Giornata della collera” venerdì prossimo Una "giornata della collera"
è stata organizzata nella capitale della Giordania, Amman, per venerdì prossimo 25
febbraio, per "denunciare le violenze e reclamare le riforme". Lo ha annunciato l'opposizione,
sperando di farne la più grande manifestazione dall'inizio del movimento di contestazione
nel reame hashemita, a gennaio. "Circa 10.000 membri del movimento islamico" sono
attesi ad Amman per "denunciare le violenze e reclamare le riforme", ha dichiarato
alla France Presse Zaki Bani Rsheid, membro del comitato esecutivo del Fronte d'azione
islamica (Fai), emanazione dei Fratelli musulmani e principale partito d'opposizione.
Diciannove altri partiti e gruppi hanno fatto appello a manifestare a fianco del Fai
nella capitale e in diversi governatorati del reame. "Il governo ha ottenuto una dilazione
per fare le riforme, ma chiaramente esita e tenta di guadagnare del tempo con le parole...
Malgrado le promesse, non siamo stati contattati sul dialogo per l'emendamento della
legge elettorale, che costituisce la pietra angolare del processo di riforma".
Incendio
al ministero degli Interni al Cairo, forse causato da personale licenziato Un
grosso incendio è scoppiato al ministero degli Interni nel centro del Cairo, dove
si sono uditi colpi d'arma da fuoco. L'edificio è in corso di evacuazione. Lo riferisce
l'emittente araba.al Jazira. I pompieri stanno ora cercando di domare le fiamme.
Secondo alcune fonti l'incendio si sarebbe propagato da un paio di autovetture posteggiate
nella strada adiacente al ministero, alle quali alcuni sottoufficiali, licenziati
dal precedente ministro dell'Interno, avrebbero dato fuoco in segno di protesta.
La
Tunisia chiede l’assistenza del Consiglio d’Europa per la riforma costituzionale Guardiamo
alla Tunisia dove è scoppiata la prima sommossa che ha innescato la serie di rivolte
a catena nei vari Paesi del Nord Africa, del Medio Oriente e non solo. In questi giorni
Tunisi ha formalmente chiesto l'assistenza del Consiglio d'Europa, ed in particolare
della Commissione di Venezia, per l'elaborazione della riforma costituzionale. Il
Segretario Generale ha assicurato disponibilità immediata. In questa fase di transizione
Francesca Sabatinelli ha intervistato padre Jawad Alamat, parroco della
Chiesa di Santa Giovanna d’Arco a Tunisi:
R. – Noi
come Chiesa, in Tunisia, abbiamo vissuto ed abbiamo condiviso i momenti forti: questo
“no” all’oppressione, alla mancanza di libertà e di dignità. La situazione, in questo
momento, è di vuoto. Avete sentito della notizia dell’uccisione del sacerdote polacco
salesiano, che ha scosso anche noi, come Chiesa.
D. – Secondo lei quali
sono i motivi dietro quest’uccisione?
R. – Non possiamo pronunciarci
in questo momento, almeno finché le indagini non saranno terminate. Ci sono però varie
probabilità. Una cosa certa è che dal 30 gennaio questa comunità di salesiani - che
hanno una scuola nella periferia di Tunisi - ha ricevuto una lettera di minaccia.
Poi c’è stato questo gesto atroce.
D. – Temete adesso che ci siano ulteriori
atti di violenza e di aggressione verso i cristiani?
R. – Certo. Temiamo
anche che ci sia qualcosa contro di noi. La cosa che più avvertiamo, però, è che il
popolo tunisino non ha in sé questa tradizione di violenza contro i cristiani. È un
popolo aperto, colto, degno, che è sempre stato tollerante. Noi non crediamo che loro
faranno qualcosa contro di noi. Sicuramente se si fa qualcosa contro di noi lo si
fa anche contro il Paese stesso. Temiamo – come temono anche i tunisini - che se non
verrà stabilita la sicurezza nel Paese, gli estremisti potrebbero sentirsi liberi
di usare violenza contro i cristiani.
D. – Quale futuro si potrebbe
ipotizzare per la Tunisia? C’è una classe politica pronta a sostituire il regime di
Ben Ali?
R. – Purtroppo no. Diciamo le cose come stanno: pensiamo che
ci sia una Tunisia colta, aperta, nella quale abbiamo una grande fiducia per un futuro
di democrazia, di rispetto della dignità dell’uomo e della differenza, quindi del
pluralismo all’interno della società. Noi crediamo in questo. Da 23 anni, però, c’è
un vuoto di attività politica, quindi il Paese non è ancora del tutto preparato. (vv)
Iran:
attaccati familiari dell’ex presidente Rafsanjani critico con Ahmadinejad Due
figli dell'ex presidente iraniano Akbar Hashemi Rafsanjani e alcuni loro familiari
sono stati attaccati apparentemente da sostenitori del governo ieri mentre lasciavano
una moschea nel sud di Teheran, secondo quanto scrive oggi il quotidiano Jomhuri Eslami.
L'episodio è avvenuto due giorni dopo che una delle figlie di Rafsanjani, Faezeh Hashemi,
era stata fermata dalla polizia durante un raduno di oppositori. Rafsanjani è considerato
un acerrimo rivale di Ahmadinejad e nel 2009 condannò la repressione delle manifestazioni
di piazza contro la rielezione alla presidenza dello stesso Ahmadinejad. Nei giorni
scorsi, fonti dell’opposizione hanno raccontato di diversi tentativi di dimostrazioni
di piazza a Teheran e in diverse cittadine da parte soprattutto di studenti.
Undici
palestinesi feriti a Gaza City da militari israeliani Undici palestinesi sono
rimasti feriti oggi a est di Gaza City dal fuoco di militari israeliani. Due, colpiti
in apparenza dalle schegge di una cannonata, versano in condizioni gravi. Secondo
radio Gerusalemme i soldati israeliani che hanno fatto fuoco erano stati in precedenza
oggetto di un attacco.
Grecia: sciopero generale contro l’austerity Scontri
sono scoppiati stamani in piazza Syntagma ad Atene fra polizia e manifestanti. Dopo
mesi di contestazioni e scioperi di diversi settori contro il piano di austerity,
oggi in Grecia è sciopero generale: chiusi uffici pubblici, scuole, banche, negozi
e perfino alcuni settori ospedalieri. Fermi i trasporti e black out informativo di
24 ore. Decine di migliaia di lavoratori, studenti e pensionati sono scesi in piazza
nella capitale e in altre città greche. Uno dei leader storici della sinistra ha invitato
a “trasformare Piazza Syntagma ad Atene in Piazza Tahrir del Cairo sino alle dimissioni
del governo del premier Giorgio Papandreou”.
Arresti in Cina dopo i tentativi
di manifestazioni sulla scia della rivolta dei gelsomini Continuano gli arresti
di dissidenti e avvocati cinesi dopo che domenica scorsa diverse persone sono scese
in piazza a Shanghai e Pechino nella 'rivolta dei gelsominì, sulla scia delle proteste
di piazza che stanno infiammando il nord Africa e il medio Oriente. Diverse organizzazioni
che si battono per i diritti civili e la stampa di Hong Kong hanno denunciato alla
stampa l'arresto di almeno 6 dissidenti e quattro avvocati, alcuni dei quali sono
stati picchiati. Secondo Chinese Human Rights Defenders, il cui sito non è raggiungibile
nè in Cina (anche da coloro che usano programmi per sfuggire alla censura cinese)
nè all'estero, dei sei dissidenti, Tang Jitian, Jiang Tianyong, Teng Biao, Go Chuan,
Chen Wei e Ran Yunfei, non si hanno notizie. Gli avvocati Tang Jitian Jiang Tianyong,
Teng Biao e Li Fangping sono stati bloccati e poi rilasciati, impedendo loro di tenere
un incontro per discutere alcuni casi di diritti umani da difendere. Un altro avvocato,
Liu Shihui, è stato picchiato a Canton dopo aver inviato un messaggio su Twitter nei
giorni scorsi assicurando il suo appoggio alla 'rivolta dei gelsominì. Bloccato anche
un altro avvocato di Canton, Tang Jingling.
A New Delhi manifestazione contro
il carovita I principali sindacati indiani hanno organizzato oggi un corteo
di protesta per le vie di New Delhi contro il carovita e l'indifferenza del governo
per i diritti dei lavoratori. Lo riferisce l'agenzia di stampa Ians. Gli organizzatori
hanno detto di aspettarsi circa 40mila manifestanti, ma per ora non ci sono ancora
cifre ufficiali della effettiva partecipazione. La protesta ha mandato in tilt la
circolazione stradale e ha richiesto un massiccio dispiegamento di sicurezza nel centro
della capitale. La marcia, che è in corso, si concluderà davanti al Parlamento nella
sud della capitale dove sorgono gli edifici governativi. Tra gli organizzatori ci
sono le otto principali sigle sindacali, compreso l'Indian National Trade Union Congress,
che appartiene al partito di maggioranza. I dimostranti accusano il governo guidato
dal Congresso di Sonia Gandhi, di non intervenire contro l'inflazione galoppante,
in particolare contro l'aumento dei prezzi dei generi alimentari che ha toccato punte
del 17 per cento lo scorso gennaio, soprattutto a causa del caro cipolle. I sindacati
denunciato anche violazione dei diritti dei lavoratori, in particolare di quelli non
contrattualizzati.
Corea del nord: proteste di piazza in tre città “Dateci
elettricità e riso oppure non possiamo più vivere!”. Questo il grido di protesta di
un gruppo di cittadini che il 14 febbraio scorso sono scesi in piazza in tre città
della Corea del Nord per chiedere cibo ed elettricità. La notizia arriva oggi sulla
stampa internazionale. Il servizio di Mariapia Iacapraro:
Secondo la
stampa locale, alla base delle dimostrazioni popolari vi sarebbe la decisione del
regime di interrompere la già scarsa fornitura di energia elettrica, nelle aree di
Jongju e Yongchon e Sonchon, nella provincia di Pyongan del Nord, per destinare tutte
le risorse disponibili alla capitale Pyongyang e permettere di illuminarla durante
i festeggiamenti del compleanno del leader Kim Jong-il. La fornitura sarebbe stata
limitata a solo poche ore al giorno. Un evento più unico che raro a conferma delle
severe difficoltà economiche e alimentari cui è sottoposta la popolazione del regime
comunista. Le proteste hanno visto la partecipazione spontanea di numerose persone.
Il dipartimento per la Sicurezza di Stato avrebbe cercato di individuare i responsabili
delle proteste che, invece di fornire informazioni, hanno dato vita ad un autentico
muro di silenzio.
L’ex braccio destro di Obama sindaco di Chicago al
primo turno Rahm Emanuel, l'ex braccio destro di Barack Obama, è il nuovo sindaco
di Chicago, la città in cui è nato 51 anni fa. Secondo i dati forniti dalla Cnn, Emanuel
ha superato la soglia del 50 per cento più dei voti, conquistando l'elezione già oggi,
al primo turno ed evitando così il ballottaggio del 5 di aprile. (Panoramica internazionale
a cura di Fausta Speranza)
Bollettino del Radiogiornale della Radio
Vaticana Anno LV no. 54