India: prima Messa dopo i pogrom in Khandamal, ma preoccupa il problema delle terre
A tre anni dai pogrom in Kandhamal, una comunità di cristiani nativa di Betticalla
ha celebrato la sua prima messa nel villaggio di Nandagiri, dove sono stati reinsediati.
La funzione, tenutasi il 20 febbraio scorso, è stata “motivo di gioia per tutti noi”
come ha dichiarato fratel Markose K.J., che ha assistito i cristiani sfollati nel
reinsediamento. Tuttavia la situazione non è ancora stabile, perché – di fatto – la
comunità non ha alcun diritto di proprietà sul terreno su cui è stata costruita la
cappella. Gli indù del villaggio di Betticalla non aveva permesso ai cristiani di
tornare nelle loro case e terre dopo le violenze anti-cristiane di Kandhamal nell’agosto
2008. Nel frattempo - riferisce l'agenzia AsiaNews - c’è da risolvere il problema
della terra. Non esiste alcuna legge infatti che abilita l’amministrazione del distretto
a concedere la terra per la costruzione di una chiesa. Inoltre, la maggior parte dei
terreni è di proprietà del governo, dunque nessuno spazio è acquistabile per altri
scopi. Un comitato locale ha chiesto la “patta”, un atto che sancisce il diritto di
proprietà della terra, per il terreno su cui una cappella cattolica è in costruzione.
“Grazie alla nostra dedizione e all’intervento dell’avvocatura – spiega fratel Markose
– 18 vittime provenienti dai villaggi di Nandagir, Bodimunda e Beladadi hanno incontrato
il district collector, e tre cristiani hanno avuto un colloquio con il sovrintendente
della polizia locale”. Le richieste di case e terreni di queste persone sono state
trasmesse, insieme a quelle di altri sfollati, ai funzionari del Block Development
Office (Bdo) della stazione di polizia G. Udayagiri. Il Bdo aveva negato a quattro
famiglie del villaggio di Beladadi la terza (e ultima) rata di indennizzo per la ricostruzione
delle case, dopo aver assegnato loro le prime due. Tuttavia, fratel Markose è positivo
circa le risposte che queste famiglie riceveranno. (R.P.)