BURKINA FASO: Appello della Chiesa e dell'Unicef ad un maggiore impegno per l'infanzia
Nel Burkina Faso un bambino su sei non arriva ai 5 anni e circa il 70 per cento muoiono
nelle loro case, senza poter usufruire di cure mediche. Sono i dati resi noti da mons.
Hervé Péries, rappresentante dell’Unicef nel Burkina Faso, nel corso del seminario
svoltosi nello scorso fine settimana al centro spirituale Giovanni Paolo II di Ouagadougou
e pubblicati sul sito www.egliseduburkina.org. “Contributo della Chiesa cattolica
per la sopravvivenza e lo sviluppo dell’infanzia”: questo il titolo della due giorni
organizzata da Radio Ave Maria ed Unicef e che ha coinvolto bambini e religiosi di
diverse parrocchie per sensibilizzare la società civile sulle problematiche che oggi
vivono i minori. “Il settore dell’infanzia figura tra i punti più importanti nel processo
di sviluppo di un Paese poichè ha importanti incidenze sull’avvenire”, ha sottolineato
mons. Jean Marie Compaoré, arcivescovo emerito di Ouagadougou, nel Burkina Faso, che
ha aperto i lavori del seminario diocesano di formazione nel corso del quale sono
state illustrate le difficoltà che ogni giorno affrontano i bambini del Burkina Faso
a causa della mancanza di alfabetizzazione e dell’impossibilità di accedere alle cure
mediche. Ma è stato anche evidenziato che le sofferenze dei bambini sono legate al
traffico di cui sono fatti oggetto, o all’abbandono da parte dei familiari. L’Unicef
è impegnata nel Burkina Faso già da diversi anni nel campo della nutrizione e dell’educazione,
così come in quello della tutela dei diritti bambini e della sanità. Purtroppo sono
tanti i bambini che non sopravvivono a malattie come malnutrizione, infezioni respiratorie,
diarrea, per le quali esistono comunque misure preventive e cure. Il seminario di
formazione ha lasciato emergere quanto necessario sia rafforzare l’impegno per l’infanzia,
mentre l’Unicef ha garantito la sua disponibilità nell’affiancare quanti intendono
attivarsi per il benessere dei bambini. “Conosciamo il ruolo e le potenzialità della
Chiesa cattolica e dei suoi partners – ha detto mons. Péries – e le risposte alle
sfide al fianco dei più deboli”. Dal canto suo mons. Compaoré ha aggiunto che i Paesi
africani devono ancora impegnarsi molto per l’infanzia ed ha esortato ad una maggiore
presa di coscienza sulla realtà dei minori. (T.C.)