2011-02-22 16:11:25

L'Ue e la Libia, l'equilibrio difficile tra diplomazia e affari. Il parere del prof. Andrea Santini


La crisi che sta sconvolgendo la Libia è destinata ad avere fortissime ripercussioni economiche in tutta l’Unione Europea. Immediate sono state, ad esempio, le reazioni dei mercati energetici, con la crescita del prezzo del greggio e la minaccia di sospensione delle forniture di gas. Una situazione pericolosa, generata soprattutto dagli stretti interessi energetici e finanziari che negli anni hanno legato questo Paese arabo – e in particolare la sua leadership politica – ai sistemi economici degli Stati membri. Ad Andrea Santini, docente di diritto dell’Unione Europea, Stefano Leszczynski ha chiesto come mai l’Unione non abbia mai messo in pratica i principi etici a quali è giuridicamente vincolata:RealAudioMP3

R. – Il trattato come modificato dal Trattato di Lisbona contiene chiare indicazioni sui principi e gli obiettivi dell’azione esterna dell’Unione ed è molto chiaro nel dire che l’azione dell’Unione sulla scena internazionale si fonda su principi che comprendono, tra l’altro, la democrazia, lo stato di diritto, l’universalità ed indivisibilità dei diritti dell’uomo e il rispetto della dignità umana. Quindi, questi principi sono enunciati come chiari riferimenti che l’Unione ha nel costruire relazioni con Paesi terzi.

D. – Tuttavia, professore, sembra che questa condizionalità spesso ceda il passo a interessi economici …

R. – Questo, se vogliamo, è poi anche uno dei problemi concreti nel passare dalle affermazioni di principio alla fattiva realizzazione di questi principi, e questo fa sì che in effetti queste clausole di condizionalità siano state applicate fino ad oggi solamente in situazioni estreme, mentre in qualche modo sono state aggirate, hanno trovato applicazioni molto più flebili in situazioni pur difficili ma non così estreme.

D. – Oltre al malfunzionamento tecnico della politica estera europea, a volte si ha un po’ l’impressione che l’Europa abbia proprio paura di andare contro i propri interessi. E’ così?

R. – Certamente, in questo momento probabilmente l’Unione sta vivendo anche una sorta di crisi di identità, in questo come – direi – anche in altri settori più prettamente economici, se vogliamo.

D. – Cosa dovrebbe fare l’Unione Europea per recuperare terreno, rispetto a quanto sta avvenendo ora nel Mediterraneo?

R. – Innanzitutto, l’Unione Europea sarà necessariamente costretta, in qualche modo, dagli sviluppi più recenti che riguardano da Libia da ultima, ma che nei giorni scorsi hanno riguardato l’Egitto e, prima ancora, la Tunisia a ripensare in qualche modo la propria politica nei confronti del Mediterraneo.

D. - Insomma, una interpretazione del Mediterraneo che vada un pochino al di là della mera fucina di migranti clandestini …

R. – Sì: migranti da un lato, energia, forse, dall’altro, ma al momento i rapporti con il Mediterraneo finora sono stati probabilmente troppo centrati solo ed esclusivamente su questi due aspetti. (gf)







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