Il cardinale Bagnasco sul Maghreb: le popolazioni mortificate alla fine reagiscono
“Se mortificate nella dignità e nei diritti fondamentali le popolazioni alla fine
reagiscono”. Così il cardinale Angelo Bagnasco, stamattina a Genova, ha commentato
gli eventi nordafricani di questi giorni a margine di un convegno sul disarmo nucleare.
“A un certo momento, le popolazioni reagiscono necessariamente, oltre che per problemi
economici e politici, contro un’antropologia, una visione dell'uomo contraria ai suoi
diritti fondamentali e alla sua dignità. Oltre gli elementi di tipo economico, certamente
c'è questo dato di fondo che non può essere compresso da nessun regime, da nessuna
dittatura e prima o poi esplode”. Il presidente della Cei e arcivescovo della città,
ha poi ricordato come quanto sta accadendo sembri corrispondere a quanto già avvenuto
nell'Est europeo. “Quando la persona viene conculcata nei suoi diritti fondamentali
– ha detto - prima o poi non può non reagire e chiedere quello che è giusto, maggiore
libertà e sicurezza anche per il tenore di vita e le opportunità”. Popolazioni tuttavia
sofferenti ed è per questo che “tutti guardiamo con dolore” agli eventi, ha aggiunto
il porporato, auspicando che ci siano esiti positivi in senso democratico e non peggioramenti,
e ricordano che “quando prevale la categoria dell'utile sul bene, i danni possono
essere incommensurabili, come la storia ci insegna”. “L'universo – lo ha definito
il cardinale – è splendore di energia, bellezza, positività, accoglienza, nostra casa,
che dobbiamo riconsegnare ad altri dopo di noi”. Mentre sul tema del disarmo ha osservato
che “la possibilità concreta della riconversione delle testate di uranio è qualcosa
che da una parte aiuta la pace in generale e, dall'altra, pare una risorsa non piccola,
anzi molto consistente, da impiegare per scopi pacifici e utili per la società e i
Paesi più poveri”. (Da Genova, Dino Frambati)