Repubblica Dominicana: lettera pastorale dei vescovi a sostegno dei poveri
La Conferenza episcopale della Repubblica Dominicana ha elaborato un documento a motivo
dei "500 anni in difesa della dignità umana" che viene pubblicato in occasione del
167° anniversario dell’indipendenza nazionale di questo Paese, che ricorre il 27 febbraio.
La lettera pastorale dei vescovi - riferisce l'agenzia Fides - denuncia la situazione
di estrema povertà nella quale vivono tanti fratelli dominicani. Il documento è diviso
in 5 parti: racconta la storia, presenta la Predica di Montesino, offre uno sguardo
attuale della predica, presenta un giudizio e denuncia la situazione in cui vive il
Paese, lancia un appello al cambiamento, all’impegno per costruire un nuovo paese
secondo i principi della Costituzione. Nell’introduzione, dopo una rievocazione storica
della nascita del paese e del lavoro svolto dai primi missionari, il documento sottolinea
che “la missione della Chiesa nascente fu la predicazione, l'amministrazione dei sacramenti,
l’istruzione e l’assistenza sociale”. Al n.12 si legge: "Con i primi missionari arrivò
anche la difesa della dignità umana e dei diritti dei nativi. L'esempio migliore è
stato la predica, che a nome della sua comunità sacerdotale fece Fray Antón Montesino
e che ha aiutato fray Bartolomé de las Casas a diventare il grande difensore degli
indios”. Alla luce di quella predica, i vescovi analizzano la situazione attuale e
denunciano: “Secondo quale giustizia si mantiene la situazione di mala sanità della
popolazione? Situazione che manca di dignità della persona e permette il contagio
delle malattie e perfino la propagazione del colera?”. Il testo continua: “Con quale
giustizia si permette ai nostri fratelli di vivere lungo i fiumi, in case indegne,
costruite solo con delle canne? Dove sono i programmi di aiuto ai poveri?”. Inoltre
i vescovi denunciano l'analfabetismo, la differenza tra gli stipendi dei diversi gruppi
della società, i salari da fame dei lavoratori, nella consapevolezza del fatto che
questi non gli permettono di vivere. Il documento si conclude con l’appello ai dominicani
a compiere i loro doveri e a chiedere il rispetto dei loro diritti, in modo di poter
vivere come figli di Dio, come “discepoli eletti e inviati per la missione”. (R.P.)