2011-02-21 13:17:42

La protesta dei cristiani nel Karnataka per il Rapporto sugli attacchi alle chiese


Oltre 50mila cristiani hanno manifestato ieri a Mangalore, nello Stato indiano del Karnataka, contro il Rapporto della Commissione Somasekhar sugli attacchi contro decine di chiese nel 2008. I dimostranti hanno sfilato in silenzio, vestiti di nero e con la bocca coperta da un bavaglio, per denunciare le falsità di un Rapporto che - affermano - nasconde i veri responsabili delle violenze anticristiane. In piazza sono scesi anche alcuni vescovi. Ascoltiamo in proposito l'arcivescovo di Bangalore, capitale del Karnataka, mons. Bernard Blasius Moras, al microfono di Emer McCarthy:RealAudioMP3

R. - On 28th of January 2011, the highlight of the final report that is submitted …
Il 28 gennaio 2011 è stato reso pubblico il Rapporto finale della Commissione che era stato sottoposto al governatore del Karnataka. Con nostro grande sgomento, il Rapporto è assolutamente ostile alla comunità cristiana mentre ha assolto da ogni responsabilità il governo dello Stato, il partito al potere, il Bjp (Bharatiya Janata Party), i gruppi fondamentalisti, come il Bajrang Dal, e anche la polizia, che pure era stata accusata nel Rapporto preliminare. Inoltre, hanno perfino accusato i cristiani di essere gli esecutori stessi degli attacchi, e hanno anche formulato l’accusa di conversioni su larga scala, pur affermando che la Chiesa cattolica non fa proselitismo: cercano così di dividere la confessione cattolica dalle altre confessioni cristiane. Il Rapporto chiede anche che questi gruppi cristiani siano posti sotto il controllo del governo, e ci sono segnali che ci dicono che sia in preparazione una legge anti-conversione. Si vuole anche che i fondi e le donazioni che vengono dall’estero siano gestiti dal governo, e si suggerisce l’istituzione di un registro delle religioni. Tutto ciò è molto, molto anti-cristiano e contro la religione.

D. – Voi state cercando una riconciliazione nella giustizia…

R. - Of course, we are trying for the reconciliation; we have met the people …
Ovviamente, noi ci stiamo impegnando per la riconciliazione. Ci siamo incontrati con le autorità locali e abbiamo detto loro che noi siamo per la giustizia e per i diritti costituzionali; abbiamo affermato pubblicamente che siamo un popolo che ama la pace, che amiamo i nostri fratelli e le nostre sorelle e che continueremo a fare del bene come abbiamo fatto finora. Siamo pronti a soffrire, ma non smetteremo di fare il bene che stiamo facendo perché la Chiesa è conosciuta per le sue opere di bene. (gf)







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