Honduras: nota dei vescovi sull’importanza della convivenza democratica
I vescovi dell’Honduras, in un ampio documento, riflettono - dopo la loro Assemblea
plenaria - sulla situazione del Paese, e in particolare rilevano l’importanza della
“convivenza democratica, impegno da vivere coerentemente con la fede e con i valori
del Vangelo raccolti negli insegnamenti sociali della Chiesa”. I presuli rinnovano
le loro preoccupazioni di fronte “all’accumularsi dei conflitti" alla politicizzazione
estrema, “la corruzione, la violenza domestica, l’esclusione sociale, la mancanza
di giustizia e l’acuta polarizzazione che ostacola la governabilità”. “Ci sentiamo
moralmente obbligati - scrivono i vescovi honduregni - a rinnovare le nostre esortazioni
in favore della vita; della sua difesa e della sua integrità”, poiché in numerose
manifestazioni della realtà nazionale si palesa una totale “mancanza di rispetto per
questo grande dono di Dio”. Di fronte a tanti mali che affliggono la società honduregna,
in particolare i suoi settori sociali più poveri e i giovani, i presuli ricordano
l’unica e migliore via possibile per superare la situazione: “il dialogo, la convivenza
e la solidarietà”. Percorrendo questi sentieri, animati da un sincero “sentimento
di riconciliazione - osservano i presuli - possiamo superare le nostre divisioni e
gli scontri che bloccano la nostra convivenza democratica”. I vescovi dell’Honduras
ritengono che la vera e autentica democrazia, con la partecipazione efficace del popolo,
non possa mai essere disgiunta dal rispetto per la vita. “La vita umana, quale dono
di Dio, si realizza pienamente nell’amore al prossimo e nella convivenza cittadina,
in particolare quando la società si lascia guidare ed orientare dai valori del Regno
di Dio proposto all’umanità nella Persona di Cristo”. “Tali valori”, da porre sempre
al servizio della vita, “sono la giustizia, la verità, la libertà e la pace”. Assumere
quest’impegno significa, secondo i vescovi honduregni, lavorare per evangelizzare
i rapporti sociali e così costruire una cultura etica che si insegna e si sostiene
nel rispetto della vita e della dignità della persona umana e ciò nella cornice di
una democrazia partecipativa”. L’ora difficile del popolo dell’Honduras esige, secondo
i presuli, di lavorare incessantemente in favore, come si legge nel documento di Aparecida,
“nella riabilitazione etica della politica”. In concreto, prima di concludere le loro
riflessioni, i vescovi si rivolgono a tutta la nazione per proporre un patto sociale,
capace “di rinnovare la istituzionalità giuridica, politica, sociale e culturale come
una risposta maggioritaria” del popolo honduregno. D’altra parte l’episcopato ricorda
l’urgenza della solidarietà di fronte ad “un modello economico escludente”, che dunque
cronicizza la povertà e spesso l’aumenta. Ricordando la precedente Lettera pastorale,
“Cammini di speranza”, i vescovi honduregni ribadiscono alla comunità ecclesiale e
a tutto il Paese che “la solidarietà è condizione indispensabile per raggiungere il
bene comune”; che “aiuta a vedere l’altro come persona”, parte di un popolo e di una
nazione, e “non come strumento da sfruttare” e quindi consente a tutti di vivere come
comunità di fratelli “nella verità, nell’amore e nella giustizia”. (A cura di Luis
Badilla)