2011-02-19 15:08:03

Presentato ieri alla Lateranense il volume “Custodi e interpreti della vita – attualità dell’enciclica Humanae Vitae”


“Custodi e interpreti della vita – attualità dell’enciclica Humanae Vitae”: s’intitola così il volume che riassume gli atti del convegno tenutosi nel 2008 in occasione del 40.mo anniversario dell’Enciclica di Paolo VI, presentato ieri sera presso la Pontificia Università Lateranense. Al microfono di Roberta Barbi, la curatrice dell’opera, Lucetta Scaraffia, docente di Storia contemporanea all’Università La Sapienza di Roma, spiega quali frutti si possono cogliere ancora oggi del documento papale: RealAudioMP3

“Sicuramente, l’Humanae vitae ha predetto che l’intervento della mano tecnica nella procreazione avrebbe da una parte distrutto il rapporto matrimoniale, il rapporto tra uomini e donne, e dall’altra avrebbe anche indebolito, diciamo così, la filiazione. Dovremmo andare a rivedere le promesse che c’erano state fatte al tempo della rivoluzione sessuale per convincerci ad usare la contraccezione per poi vedere se queste promesse si sono realizzate; se invece non si sono realizzate aveva ragione l’Humanae vitae”.

Non solo attuale, dunque, ma addirittura più attuale oggi di allora l’Enciclica Humanae vitae, pubblicata il 25 luglio 1968, in piena contestazione sessuale. Riletta a 40 anni di distanza, dimostra come siano ancora impellenti i temi della tutela della vita, dell’amore coniugale e della famiglia fondata sul matrimonio. Con questo documento, Paolo VI si pose come autentico custode della vita. Eppure, allora, l’Humanae vitae venne accolta con diffidenza e alcuni misero in dubbio la competenza della Chiesa in argomentazioni non strettamente legate alla dottrina, sostenendo con forza la separazione tra fede e morale. In che modo difendere ancora oggi la necessità di unione tra fede e morale ce lo spiega il segretario della Congregazione per la Ddottrina della Fede, mons. Luis Ladaria:

“Dunque, la questione della fede e della morale vanno insieme: noi non possiamo separare la fede dalla morale, perché la fede si manifesta e si realizza poi nella vita quotidiana. Dire che la Chiesa può parlare sulla fede ma non sulla morale è una contraddizione, perché significa separare due cose che nell’uomo non possono essere separate”.

L’Humanae vitae venne chiamata dai detrattori l’“Enciclica dei no” invece è l’Enciclica dei sì: sì al vero progresso umano, sì alla dignità della donna e dei figli, sì all’amore coniugale, sì alla paternità responsabile, in una parola sì a Dio creatore. Contenuti che oggi la Chiesa con strumenti sempre nuovi continua a comunicare. Anche Benedetto XVI, due anni fa, in occasione del 40.mo anniversario della pubblicazione dell’Enciclica, ribadì che il compito della pastorale matrimoniale e familiare è l’orientamento delle coppie di sposi chiamati a portare nel mondo una testimonianza dell’amore di Dio, come ricorda mons. Enrico Dal Covolo, rettore della Pontificia Università Lateranense:

“La missione di testimonianza è certamente fondamentale: la coppia deve dare testimonianza. Ciò che manca oggi nella società occidentale è proprio una riappropriazione da parte della donna della sua vera vocazione, in specie per quanto riguarda la maternità e la famiglia”.(bf)







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