Presentato ieri alla Lateranense il volume “Custodi e interpreti della vita – attualità
dell’enciclica Humanae Vitae”
“Custodi e interpreti della vita – attualità dell’enciclica Humanae Vitae”:
s’intitola così il volume che riassume gli atti del convegno tenutosi nel 2008 in
occasione del 40.mo anniversario dell’Enciclica di Paolo VI, presentato ieri sera
presso la Pontificia Università Lateranense. Al microfono di Roberta Barbi,
la curatrice dell’opera, Lucetta Scaraffia, docente di Storia contemporanea
all’Università La Sapienza di Roma, spiega quali frutti si possono cogliere ancora
oggi del documento papale:
“Sicuramente,
l’Humanae vitae ha predetto che l’intervento della mano tecnica
nella procreazione avrebbe da una parte distrutto il rapporto matrimoniale, il rapporto
tra uomini e donne, e dall’altra avrebbe anche indebolito, diciamo così, la filiazione.
Dovremmo andare a rivedere le promesse che c’erano state fatte al tempo della rivoluzione
sessuale per convincerci ad usare la contraccezione per poi vedere se queste promesse
si sono realizzate; se invece non si sono realizzate aveva ragione l’Humanae
vitae”.
Non solo attuale, dunque, ma addirittura più attuale
oggi di allora l’Enciclica Humanae vitae,pubblicata il 25 luglio 1968,
in piena contestazione sessuale. Riletta a 40 anni di distanza, dimostra come siano
ancora impellenti i temi della tutela della vita, dell’amore coniugale e della famiglia
fondata sul matrimonio. Con questo documento, Paolo VI si pose come autentico custode
della vita. Eppure, allora, l’Humanae vitae venne accolta con diffidenza e
alcuni misero in dubbio la competenza della Chiesa in argomentazioni non strettamente
legate alla dottrina, sostenendo con forza la separazione tra fede e morale. In che
modo difendere ancora oggi la necessità di unione tra fede e morale ce lo spiega il
segretario della Congregazione per la Ddottrina della Fede, mons. Luis Ladaria:
“Dunque,
la questione della fede e della morale vanno insieme: noi non possiamo separare la
fede dalla morale, perché la fede si manifesta e si realizza poi nella vita quotidiana.
Dire che la Chiesa può parlare sulla fede ma non sulla morale è una contraddizione,
perché significa separare due cose che nell’uomo non possono essere separate”.
L’Humanae
vitae venne chiamata dai detrattori l’“Enciclica dei no” invece è l’Enciclica dei
sì: sì al vero progresso umano, sì alla dignità della donna e dei figli, sì all’amore
coniugale, sì alla paternità responsabile, in una parola sì a Dio creatore. Contenuti
che oggi la Chiesa con strumenti sempre nuovi continua a comunicare. Anche Benedetto
XVI, due anni fa, in occasione del 40.mo anniversario della pubblicazione dell’Enciclica,
ribadì che il compito della pastorale matrimoniale e familiare è l’orientamento delle
coppie di sposi chiamati a portare nel mondo una testimonianza dell’amore di Dio,
come ricorda mons. Enrico Dal Covolo, rettore della Pontificia
Università Lateranense:
“La missione di testimonianza è certamente fondamentale:
la coppia deve dare testimonianza. Ciò che manca oggi nella società occidentale è
proprio una riappropriazione da parte della donna della sua vera vocazione, in specie
per quanto riguarda la maternità e la famiglia”.(bf)