2011-02-19 14:07:07

Berlino: al Festival del cinema, storia e dramma


La storia del mondo e le memorie degli uomini: ci parlano di questo un pugno di film che scorrono sugli schermi della Berlinale, nel momento in cui il festival si avvia alla cerimonia di chiusura, quando i giurati porranno fine alle attese di pubblico e media designando i vincitori della 61.ma edizione. Il conflitto israelo-palestinese fa da sfondo a “Odem” di Jonathan Sagall, anche se poi l’azione si svolge nella Londra contemporanea. È qui che s’incontrano due amiche che hanno lasciato il Paese anni prima. L’incontro sembrerebbe a prima vista pieno di nostalgia. Invece dai ricordi uscirà il volto brutale di una violenza subita e mai dimenticata. Se tema affrontato e sviluppo drammatico sono i punti forti del film, esso riesce raramente a superare il livello di una routine professionale e quasi mai entra nella profondità spirituale dei personaggi. Più forti in questo senso, anche se contaminati da un eccesso di eleganza formale, risultano “Innocent Saturday” di Alexander Mindadze e “If not us, who” di Andres Veiel. Il regista e sceneggiatore russo ci riporta ai momenti tragici di una catastrofe improvvisa che sconvolse l’Europa, l’esplosione del reattore nucleare di Chernobyl. Il teatro dell’azione è la cittadina che ospita i lavoratori della centrale. Il tempo che lo percorre è quello della più banale quotidianità, fra i doveri e i piaceri dell’esistenza. Mentre il disastro sta per abbattersi sugli ignari abitanti della zona, solo un giovane funzionario di partito coglie il senso reale del pericolo che li sovrasta e cerca inutilmente di spingerli alla fuga. Mindadze crea intorno alla vicenda un sottile reticolo di relazioni umane, mentre il suo operatore scivola con la macchina da presa sui volti e i corpi dei personaggi, immortalandoli in una sorta di dolente Spoon River cinematografica che ci rammenta l’ineluttabile scorrere della vita. “If not us, who” rievoca invece la Germania degli anni 60, quando dalle ceneri di una generazione convivente col nazismo, germogliarono i semi della ribellione giovanile e di una nuova presa di coscienza del mondo. Protagonisti della vicenda sono Bernward Vesper e Gudrun Ensslin. Lui è il figlio di un poeta celebrato dal Fuhrer, teso a riabilitare l’opera e la memoria del padre, lei la figlia di un pastore protestante avviata a una brillante carriera. Barcamenandosi fra convenzioni dell’epoca, necessità economiche, vincoli familiari, i due compiono un percorso sentimentale e ideologico che li porterà via via verso le frange più estreme del movimento rivoluzionario. Si potrebbe dire che è materia già vista e trattata dal cinema. Tuttavia, lavorando su una sceneggiatura abilmente costruita, unendo alle performance degli attori un vasto spettro di materiali d’archivio e di musiche d’epoca, il cineasta tedesco riesce a dare il senso di un tempo ormai passato e di una gioventù perduta nella sua propria utopia. (Da Berlino, Luciano Barisone) RealAudioMP3







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