La Commissaria europea per gli Affari marittimi chiede nuove regole per le emergenze
nel Mediterraneo
Nuove regole per la tutela del Mediterraneo, ma anche rispetto per le normative vigenti:
è quanto chiede la Commissaria europea per gli Affari marittimi e la pesca, Maria
Damanaki, in visita in questi giorni in Italia. Delle sfide per il mantenimento
della biodiversità nelle acque del Mare nostrum, ma anche delle sfide poste
dalle migrazioni, ha parlato nell’intervista di Fausta Speranza:
R. – For
the Mediterranean... Per quanto riguarda il Mediterraneo, penso che la sfida
più importante sia illustrarea tutti che abbiamo bisogno di
una regolamentazione del mare e di una cultura conforme. Noi ancora crediamo che la
situazione sia sempre la stessa, nella quale possiamo uscire, vedere ogni cosa e il
mare poi produrrà tutto in modo magico. Ma non è più così, a causa dell’impoverimento
degli stock ittici. Abbiamo bisogno, dunque, di una regolamentazione e dobbiamo persuadere
noi stessi, tutti noi, che abbiamo bisogno di una cultura conforme. Il Mediterraneo
è il più bel mare del mondo, posso dirlo, ma allo stesso tempo affronta grandi sfide,
perché è anche un lago, e abbiamo il grande peso dell’azione umana contro il mare
e contro l’ambiente. Quindi, dobbiamo esserecauti.
D.
– Quali sono i rischi più importanti, i rischi più concreti?
R. – Well,
what I can say to you… Quello che posso dirle è che esiste uno studio ufficiale,
nel mio ufficio, a Bruxelles, riguardante gli stock ittici europei e questo studio
prova che, se andremo avanti in questo modo, in dieci anni solo otto dei nostri 136
stock sopravviveranno. Andando avanti così, la biodiversità, che è un aspetto meraviglioso
nel Mediterraneo, scomparirà e in seguito il Mediterraneo non sarà più quello che
è, ma un mare morto.
D. – Tutta l’Europa si preoccupa per il futuro
del Mediterraneo. Quindi, da questo punto di vista, lei pensa sia possibile guardare
a nuovi cambiamenti nell’ambito delle migrazioni nell’area mediterranea?
R.
– This is a very important question... Questa è una domanda molto importante
ed è il punto che abbiamo discusso nell’ultimo incontro della nostra Commissione.
Naturalmente, siamo molto preoccupati per quello che sta succedendo al momento nelle
regioni mediterranee. Siamo contenti perché la popolazione lì sta prendendo in manola situazione, speriamo possano scegliere per le loro vite, ma allo stesso
tempo dobbiamo essere molto cauti: dobbiamo agire in maniera unita, come europei,
tutti insieme, e preparare il nostro mare, il nostro ambiente a trovare un modo per
regolamentare questa sfida migratoria. Sono disperati. La maggior parte di questa
gente non ha un lavoro, un guadagno, nulla e vediamo anche molti bambini, donne. Quindi
non è molto facile dire loro semplicemente: “Fermatevi”. Serve una legge europea per
questo problema, una regolamentazione comune. Sono la responsabile per gli Affari
marittimi della Commissione Europea e per quanto riguarda il Mediterraneo questo significa
controllare sia le frontiere marittime che il flusso via mare dell’immigrazione. La
Commissione ha discusso di questo e ha preso contatti anche con il presidente italiano,
Napolitano, e vuole davvero cooperare, perché quello di cui abbiamo bisogno è un approccio
comune. Nessun Paese può risolvere questo problema da solo: dobbiamo regolamentarlo,
dobbiamo naturalmente proteggere le nostre frontiere, ma un’Europa barricata non è
la soluzione, non è una soluzione permanente. Dobbiamo affrontare il problema e capire.
(ap)