Il "Processo di Barcellona" e i cambiamenti del mondo arabo. L'opinione di Marc Schade
Poulsen
Le crisi politiche e sociali che si stanno verificano nei Paesi arabi del Mediterraneo
hanno già mutato il contesto geopolitico dell’intera regione e sono destinate ad avere
forti ripercussioni anche nei rapporti con l’Unione Europea. Cosa ci si può attendere
ora nell’evoluzione dei rapporti euromediterranei, lanciati nel 1995 con il Processo
di Barcellona, e già paralizzati in passato dal conflitto mediorientale? Stefano
Leszczynski lo ha chiesto a Marc Schade Poulsen, direttore esecutivo del
Network Euro-mediterraneo per i diritti umani, organizzazione che riunisce le ong
per i diritti umani europee e del mediterraneo orientale e meridionale:
R. – Je crois
que l’Union pour le Méditerranée… Credo che l’Unione per il Mediterraneo
– così viene chiamato ora il Processo di Barcellona – non abbia avuto ancora alcun
impatto sui cambiamenti. L’Unione per il Mediterraneo non ha ancora funzionato a dovere,
e questo sin dal suo avvio. D’altro canto, non credo che, con la costruzione attuale,
ci possa essere un grande impatto dell’Unione, tanto più che è ancora – se così possiamo
dire – “ostaggio” della crisi in Medio Oriente e della linea di Israele riguardo ai
Territori occupati. E’ quindi molto, molto difficile riuscire ad organizzare dei summit,
degli incontri in questo quadro.
D. – Che cosa può fare l’Unione Europea
per migliorare la situazione nel Mediterraneo dopo quanto si è verificato nei Paesi
arabi?
R. – Je crois que l’Union Européenne … Credo che l’Unione
Europea dovrebbe rivedere la sua politica, dovrebbe essere in grado di portare con
maggiore energia il suo pieno sostegno, dovrebbe essere più diretta, più vicina a
questi movimenti di democratizzazione, ma dovrebbe anche essere – se così posiamo
dire – più “aggressiva” nelle sue richieste verso quei Paesi del Sud, che non sono
ancora entrati in questo processo di transizione. Ritengo, inoltre, che l’Unione Europea
possa utilizzare questa occasione di cambiamenti che si sono verificati in Tunisia
e in Egitto per riconsiderare l’Unione per il Mediterraneo, cercando di capire – eventualmente
– se è il caso di adottare un altro format, visto che l’attuale non funziona assolutamente.
D.
– I cambiamenti politici che si stanno verificando nei Paesi arabi possono essere
considerati come un’occasione per lo sviluppo dei diritti umani e del processo democratico
in questi Paesi?
R. – Oui, c’est très important que l’Union Européenne… Sì,
certamente. E’ molto importante che l’Unione Europea sostenga questo processo di transizione,
lavorando al fianco dei democratici, perché ci saranno ancora dei grandi cambiamenti
costituzionali e legislativi importanti in Tunisia e in Egitto. E’, quindi, molto
importante ora per l’Unione Europea sostenere chi, sempre più, sta camminando verso
una transizione, verso una democrazia reale. (mg)