Sette religiose: quando la proposta di un culto copre truffe e manipolazioni. Intervista
con don Aldo Buonaiuto
Vivere un’esperienza spirituale “liberante”, mentre in realtà si è vittime inconsapevoli
di una manipolazione. Sono decine di migliaia le persone che ogni anno finiscono nella
rete di sette o gruppi pseudo-religiosi, dalla quale riemergono sovente con profonde
ferite psicoemotive. Al problema è stato dedicato ieri un Convegno ospitato dall’Università
Lateranense e promosso dall’Associazione Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste
Benzi. Al centro del dibattito, il diritto alla ricerca e alla libertà di espressione
religiosa in rapporto a quei culti estremi che utilizzano il sacro a fini strumentali.
Fabio Colagrande ne ha parlato con don Aldo Buonaiuto, dell’Associazione
Papa Giovanni XXIII:
R. – Ogni
persona è sempre alla ricerca di Dio, è alla ricerca di un senso profondo della vita,
è alla ricerca del suo creatore e questa esperienza è un diritto che tutti devono
poter vivere liberamente. Però, nello stesso tempo noi - che ormai da quasi 10 anni
abbiamo attivato un numero verde denominato “antisette” - vogliamo anche precisare
che ci sono delle realtà che non sono religiose, ma che invece vorrebbero entrare
nella porta della religione per il raggiungimento di altri obiettivi. Ecco le sette,
questa parola scomoda che a volte può anche un po’ turbare ma è importante, perché
fa capire la grande distinzione che c’è tra ciò che deve essere garantito e tutelato
e ciò che invece deve essere osservato con attenzione e con una prevenzione forte,
per far sì che la gente non incappi in queste trappole, in queste realtà falsate.
D.
- Don Aldo, è possibile avere un criterio di orientamento per distinguere una setta
religiosa da una vera e propria religione?
R. – Sicuramente la parola
“libertà” è la base: la libertà di professare ma anche la libertà di scegliere senza
essere manipolati. Sappiamo che sono diversi anni che non c’è più una legge che possa
sottolineare e approfondire l’aspetto della schiavitù psicologica: cioè, quando una
persona viene assoggettata in un momento di fragilità, di debolezza e quindi ridotta
in una forma di schiavitù psichica. Così, anche, dobbiamo avere quell’attenzione non
solo per il mondo delle “psicosette”, ma anche delle sette magico-esoteriche. Sappiamo
quanto oggi l’esoterismo sia praticamente l’altra faccia della stessa medaglia dell’occultismo.
Allora, bisogna essere molto, molto attenti perché oggi questi "guru" dell’occulto
sono presenti specialmente anche nelle fasce dei ragazzi, del mondo giovanile.
D.
– Don Aldo, cosa chiedete voi allo Stato per contrastare questo fenomeno?
R.
– Noi chiediamo che lo Stato prenda coscienza che questo fenomeno non è relegato a
poche persone: è un fenomeno purtroppo molto diffuso, che vede intere famiglie distrutte,
ragazzi che sono distrutti psicologicamente e con problemi psichiatrici pr via di
questi delinquenti, perché poi dobbiamo chiamarli anche per nome. Un buon 80 per cento
sono truffatori, delinquenti senza scrupoli, pronti a tutto per il raggiungimento
di profitti o di tipo economico o di altro tipo. Questa è un’ingiustizia insopportabile.
Vedere che ci sono persone - per non parlare di tutto quello che fanno i maghi - che
possono esercitare quella che loro chiamano un’attività lecita quando invece non è
riconosciuta come un’attività: è il mondo della menzogna che viene legittimato e purtroppo
anche pubblicizzato ovunque. C’è un’istigazione a portare le persone ad affidarsi,
a credere a ciò che è veramente irrazionale e senza un minimo di logica e soprattutto
di verità. Nulla di tutto questo ha a che fare con l’esperienza spirituale della ricerca
dell’uomo del trascendente. (bf)