Messico: appello di mons. Arizmendi a continuare con gli accordi per la riforma indigena
Il vescovo di San Cristobal de las Casas, mons. Felipe Arizmendi Esquivel, ha lanciato
un appello per andare avanti con gli accordi di San Andres Larrainzar sulle questioni
indigene, un problema che non deve essere "accantonato", ma che deve promuovere il
dialogo e la riforma indigena. In un'intervista all’agenzia messicana Notimex - ripresa
dall'agenzia Fides - in occasione della commemorazione della firma di questi accordi,
avvenuta nella città di San Andres Larrainzar nel 1996, mons. Arizmendi ha detto che
sarebbe deplorevole che non ci fosse nessun progresso su questo tema. "E' una questione
che non può rimanere sigillata nel congelatore, ma dobbiamo prenderla come punto di
partenza per continuare con altri aggiornamenti su questi accordi. Non possiamo pensare
che si possano applicare così come sono stati proposti in un primo momento" ha detto
il vescovo, sottolineando la necessità di un aggiornamento. Mons. Arizmendi ha chiesto
alle parti interessate e alle forze politiche di avere fiducia nel dialogo, riconoscendo
che i popoli indigeni hanno diritti specifici per la loro storia, la loro cultura,
la loro particolarità. Della questione degli accordi di San Andres, mons. Arizmendi
ha parlato in diverse occasioni. Nel mondo ci sono 42 milioni di indigeni, in Messico
sono circa 12 milioni, appartenenti a 56 gruppi etnici riconosciuti, che subiscono
gravi attacchi alla loro identità e alla loro sopravvivenza. La grande maggioranza
non gode di diritti, tra cui il diritto alla sanità, sono oggetto di fenomeni di razzismo
inumano e anticristiano. Sebbene ci siano alcuni servizi per loro, mancano tuttavia
nel campo delle comunicazioni e dell’educazione. (R.P.)