2011-02-17 19:04:40

Il Rapporto 2010 della rete "Social Watch": per un'economia a misura d'uomo e contro la speculazione


“E’ necessario che la lotta alla povertà diventi davvero una priorità per i governi” così in sintesi Jason Nardi, coordinatore per l’Italia di Social Watch, coordinamento internazionale che associa oltre 400 organizzazioni impegnate nella promozione della giustizia sociale. Oggi a Roma la presentazione del rapporto 2010 e la manifestazione, in contemporanea in 30 Paesi, in favore alla tassazione delle transazioni finanziarie. Silvia Koch ha intervistato lo stesso Jason Nardi:00:02:22:87

R. – Quello che vediamo è che, specialmente negli ultimi due anni, a seguito della cosiddetta crisi finanziaria globale, ma anche delle altre crisi concomitanti – quella energetica, quella alimentare, quella democratica in generale – a fronte di crescite economiche di vari Paesi, i nostri indici registrano invece che il benessere e la qualità della vita in molti Stati è diminuito. Una buona parte della popolazione, soprattutto quella giovanile, non ha lavoro ed anche una variazione del costo del pane o dei generi primari fa la differenza.

D. – Quale eco ha il Rapporto di Social Watch in Italia e all’estero?

R. – A livello delle Nazioni Unite c’è una certa attenzione: lo Undp, che si occupa di programmi di sviluppo, ha adottato nelle ultime edizioni anche i nostri indici nelle ultime edizioni. A livello italiano, è più complesso e la situazione è molto grave: la risposta in termini di politiche non c’è. E’ tempo veramente di ripensare il paradigma di sviluppo, di ripensare il ruolo della società civile, di pretendere dai governi che rispettino non solo gli impegni presi, ma che rispettino anche i diritti umani fondamentali, sociali ed economici di tutti.

Andrea Baranes, portavoce della Campagna ZeroZeroCinque: l’altra mobilitazione in piazza oggi a Roma e in molte altre città del mondo, ci spiega cos’è la Ttf, la tassa sulle transazioni finanziarie…

R. – E’ una tassa molto piccola dello 0,05 per cento sulla compravendita di titoli: cosa vuol dire questo? Se io sono uno speculatore che compro e vendo centinaia di volte questo titolo per guadagnare su piccole oscillazioni dei prezzi, dovrei pagare centinaia di volte questa tassa molto piccola, ma che diventerebbe una tassa molto grande. Quindi si tratta di uno strumento straordinario per fermare la speculazione e senza danneggiare in nessun modo gli investimenti, l’economia reale o i piccoli risparmiatori. Se applica nella sola zona euro, il gettito sarebbe di 200 miliardi di euro l’anno; se applicata a livello internazionale, sarebbe di 650 miliardi di dollari, che secondo le reti della società civile dovrebbero andare per metà per obiettivi interni di spese sociali – welfare – per rimettere in sesto i conti pubblici devastati dalla crisi; l’altra metà per obiettivi internazionali e cioè per la cooperazione allo sviluppo e per la lotta ai cambiamenti climatici. (mg)








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