Il Libano, un esempio di libertà religiosa: così il nunzio all’assemblea dei vescovi
“Le Chiese cattoliche in Libano e le Proposizioni del Sinodo dei vescovi per il Medio
Oriente” è il tema della 44.ma assemblea dei patriarchi e dei vescovi cattolici del
Libano che si è aperta lo scorso 14 febbraio presso il patriarcato maronita a Bkerké.
Mons. Gabriele caccia, nunzio apostolico in Libano, in apertura dei lavori ha parlato
del Libano come “esempio di libertà religiosa tanto nei suoi dettami costituzionali
che nelle tradizioni dei suoi abitanti. Un esempio che potrebbe allo stesso modo essere
fonte di ispirazione per molti altri Stati, specialmente in questo tempo nel quale
soffia, in questa regione, un vento di libertà”. Oltre a promuovere un autentica libertà
religiosa e di coscienza, secondo mons. Caccia, “i cristiani d’Oriente sono chiamati
a dare alla Chiesa e al mondo una testimonianza di dialogo con l’Islam che non è solo
possibile ma necessario”. “In un contesto di tensioni crescenti e di rischio di scontro
tra civiltà, con atti di violenza inumani ed ingiustificabili, non posso che gioire
– ha aggiunto il nunzio citato dal Sir – alla scelta controcorrente di istituire,
lo scorso anno, la festa dell’Annunciazione del 25 marzo, per permettere alla stragrande
maggioranza dei libanesi, musulmani e cristiani, di festeggiare insieme. La fede autentica
unisce gli uomini e li invita a rispettarsi e a conoscersi”. L’assemblea chiuderà
i lavori sabato 19 febbraio e in questi giorni, come detto dal cardinale Nasrallah
Boutros Sfeir, patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente, verranno affrontati anche
altre temi come il sostentamento dei sacerdoti, la missione dei laici, la famiglia,
la preparazione al matrimonio, gli istituti scolastici e la dottrina sociale della
Chiesa. (M.G.)