Messico. Il nunzio: il Papa è preoccupato della violenza nel Paese
“Papa Benedetto è molto preoccupato per la violenza in Messico”: così mons. Cristophe
Pierre, nunzio apostolico nel Paese centramericano, ha parlato in un recente incontro
con gli studenti di varie università d’ispirazione cristiana cui ha preso parte anche
mons. José Guadalupe Martín Rábago, arcivescovo di León. In Messico secondo la Costituzione
varata nel 1917, l’istruzione deve essere “laica, gratuita e obbligatoria”, ma ciò
è stato interpretato in chiave antireligiosa, ovvero anticattolica (il Messico è il
secondo Paese per numero di cattolici al mondo dopo il Brasile) con il risultato che
alla Chiesa è proibito avere istituti di istruzione. “Il Messico, in base al censimento
del 2010, è per l’88% un Paese cattolico – ha proseguito il nunzio – ma sembra aver
relegato Dio in un angolo”. Il presule sottolinea all’agenzia Zenit la necessità di
tornare a utilizzare con i giovani, schemi di educazione che includano i valori universali
e ha ricordato che la missione della Chiesa è proprio quella di contribuire a educare
la popolazione: “Il Santo Padre dice che il giovane oggi vive nella società e bisogna
aiutarlo a incontrare e percepire la sua umanità – ha aggiunto – non crescerà se si
chiude in se stesso, ma bisogna offrirgli la possibilità di incontrare Cristo, un
Cristo che ama”. Un altro problema è di attualità in Messico in questo periodo: il
Presidente del Guatemala, infatti, secondo quanto riferisce l'agenzia Misna, ha chiesto
al governo messicano di concedere permessi temporanei ai centroamericani che devono
attraversarne il territorio per raggiungere gli Stati Uniti. Ogni anno, infatti, tra
i 200 e i 300mila migranti privi dei necessari documenti provano ad attraversare il
confine tra Messico e Usa. “Trovare un modo sicuro e valido di legalizzare i migranti
e rafforzare il nostro rapporto con le reti sociali che accolgono gli immigrati”,
ha detto il capo dello Stato del Guatemala, Alvaro Colom, riconoscendo “l’importante
lavoro” svolto dalle decine di case di accoglienza messicane gestite per la maggior
parte da sacerdoti cattolici. (R.B.)