Irlanda: ancora una denuncia dei cappellani per la grave situazione nelle carceri
I cappellani delle carceri irlandesi tornano a chiedere una urgente riforma del sistema
carcerario del Paese. Un recente rapporto del Comitato Europeo per la Prevenzione
della Tortura e dei trattamenti o delle pene inumani o degradanti (Cpt) conferma infatti
le pessime condizioni in cui sono costretti a vivere i detenuti irlandesi, condizioni
già denunciate dagli stessi cappellani irlandesi. Secondo padre Claran Enright, responsabile
della cappellania del carcere di Arbour Hill, manca la volontà politica di affrontare
il problema che è andato peggiorando di anno in anno. “Il personale che lavora nel
sistema carcerario irlandese chiede da tempo cambiamenti”, ha detto il sacerdote all’agenzia
Cns, parlando a nome delle 27 persone, tra cappellani, sacerdoti, religiosi e laici,
che lavorano ogni giorno a fianco dei detenuti e delle loro famiglie. “Se non possiamo
trattare i detenuti con un minimo di dignità - ha aggiunto - non possiamo neanche
sperare di migliorare la loro vita che è nell’interesse di tutti. Forse questo ennesimo
rapporto servirà a qualcosa”. L’indagine del Cpt conferma quanto riportato dagli ultimi
rapporti annuali dei cappellani carcerari irlandesi che parlano di una situazione
“disumana” che si fa sempre più insostenibile a causa di continui episodi di violenza,
del crescente uso di sostanze stupefacenti tra i detenuti e del sovraffollamento.
“Le condizioni di molti nostri istituti di pena sono un insulto alla dignità di qualsiasi
essere umano e un affronto alla decenza” si legge nell’ultimo rapporto che segnala
come la popolazione carceraria sia quasi raddoppiata passando dalle 3.191 persone
del 2006 alle 5.456 del 2010. (L.Z.)