2011-02-16 13:52:42

Denuncia delle organizzazioni umanitarie: bambini-soldato in 24 Paesi


In occasione della Giornata internazionale contro l’utilizzo dei minori soldato appena celebrata il 13 febbraio scorso, un gruppo di organizzazioni si sono mobilitate per chiedere agli Stati che ancora non lo hanno fatto di ratificare il Protocollo facoltativo della Convenzione dei diritti del bambino e della bambina sulla partecipazione dei minori ai conflitti armati, che allo stato attuale è lo strumento giuridico di protezione più importante per i minori in situazione di guerra. Finora il documento è stato ratificato in 134 Paesi; 23 lo hanno firmato ma non ratificato e 35 si rifiutano anche di firmarlo. Le organizzazioni che hanno denunciato gravi violazioni dei diritti dei minori, si sono unite alla campagna delle Nazioni Unite “Nessuno minore di 18/Zero under 18”: l’iniziativa, infatti, mira a portare a 18 anni l’età minima per la partecipazione diretta alle ostilità, che finora è fissata a 15 anni. È impossibile, precisa la Zenit, stabilire con precisione il numero di bambini e bambine soldato, di certo si sa che vengono utilizzati in almeno 24 Paesi come il Ciad, in cui giovani fra i 13 e i 17 combattono al fronte mentre i minori di 10 vengono usati come messaggeri. In altri Paesi come Afghanistan, Burundi, Costa d’Avorio, Liberia, Repubblica democratica del Congo e Sud Sudan sono stati attivati programmi di smobilitazione e reinserimento. La maggior parte dei bambini soldato, infine, è costretta a essere testimone dell’assassinio dei propri familiari, è vittima di maltrattamenti e violenze sessuali, viene drogata per vincere la paura dell’avversario e usata come carne da cannone. (R.B.)







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