2011-02-14 15:24:31

Sbarchi di immigrati sulle coste italiane: Maroni chiede l’aiuto dell’Europa


Il ministro degli Interni, Maroni, torna a chiedere la collaborazione dell’Europa per fronteggiare la situazione: negli ultimi giorni sulle coste siciliane sono arrivate circa 5mila persone ed è stata decisa la riapertura del centro di accoglienza di Lampedusa. La commissaria Ue, Malmstrom, sostiene però che sabato scorso l’offerta di aiuto è stata rifiutata. Ma Maroni nega. Intanto, la Tunisia si dice pronta a cooperare ma ha respinto la proposta italiana di inviare propri agenti presso le coste tunisine per fermare la partenza degli immigrati. E alcuni testimoni hanno riferito all’Ansa che cinque persone sono morte ed altre 17 sono disperse, dopo un naufragio avvenuto nella notte tra sabato e domenica al largo di Zarzis, la località da cui in questi giorni sono partite per l'Italia migliaia di persone. Il servizio di Debora Donnini.RealAudioMP3

L’Italia chiede aiuto all’Europa per fronteggiare la situazione dopo gli sbarchi degli ultimi giorni. Nel centro di Lampedusa, riaperto ieri per l’emergenza, hanno trovato accoglienza 2150 persone. Oggi ci sono stati nuovi arrivi. 11 migranti sono stati fermati a Pantelleria e 16 sono stati soccorsi da una motovedetta a largo delle coste ragusane. Altre 30 persone sono state rintracciate nel Salento. E’ dunque alta la preoccupazione in Italia. Parla di un nuovo ’89 il ministro Maroni paragonando quanto avvenuto nel Maghreb alla caduta del Muro di Berlino. Maroni chiede quindi ''una convocazione urgente'' del Consiglio Europeo dei capi di Stato e di governo per ''darsi una strategia'' per far fronte agli sbarchi di persone che provengono dal Nord Africa. E ribadisce la proposta italiana di mandare contingenti per aiutare la Tunisia a controllare le coste. Da parte sua il governo di transizione tunisino si è detto pronto a collaborare ma ha respinto “categoricamente qualsiasi interferenza negli affari interni”. Intanto c’è tensione fra Italia e Unione europea sull’emergenza. La Commissione Ue ''e' pronta ad aiutare l’Italia e si dichiara ''molto sorpresa'' per le accuse di risposta ''lenta e burocratica'' riportate dalla stampa italiana, ha dichiarato il portavoce della commissaria Ue Cecilia Malmstrom riferendo anche che sabato scorso le autorità italiane avevano detto di non aver bisogno di aiuto. Maroni però nega. Comunque oggi l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Catherine Ashton, incontrerà in Tunisia il primo ministro Gannouchi che in serata vedrà anche il ministro degli Esteri italiano. Frattini ha sottolineato l’importanza dei pattugliamenti delle coste africane che fino ad un mese fa avevano portato a zero l’immigrazione clandestina. Ma chi sono gli immigrati che stanno arrivando? Massimiliano Menichetti lo ha chiesto a Laura Boldrini, portavoce in Italia dell’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati.

R. – Giovani dai 18 ai 30 anni, alcuni arrivano per motivi economici, perché cercano lavoro, altri vengono perché erano vicini all’establishment di Ben Ali e quindi temono di essere oggetto di persecuzione, altri hanno paura per disordini, bisognerà valutare caso per caso. Quello che è sicuro è che a Lampedusa è una situazione senza precedenti.

D. – Dopo alcune valutazioni il centro di prima accoglienza sull’isola è stato riaperto...

R. – L’apertura del centro è sicuramente una buona notizia e aiuterà anche ad alleviare questa situazione, però sicuramente bisognerà anche accelerare il ritmo dei trasferimenti.

D. – Il ministro Maroni ha ipotizzato decine di migliaia di arrivi...

R. – E’ difficile fare previsioni, certo è che quando ci sono situazioni come quella in Tunisia è anche fisiologico che ci possano essere delle fughe. Sicuramente è un momento in cui bisogna essere molto vigili, molto attenti e considerare questa situazione geopolitica del Nord Africa, con particolare attenzione. La situazione va gestita in collaborazione con altri Paesi, con l’Unione europea.

Ma come sono in questo momento i rapporti degli immigrati con la popolazione di Lampedusa? Fabio Colagrande lo ha chiesto a don Stefano Anastasi, parroco di San Gerlando a Lampedusa.

R. – I rapporti sono buoni sino ad ora, perché credo che quello che è prevalso da ambedue le parti è stato fin dal primo momento il buon senso. Sia da parte loro che arrivavano in uno stato di disagio e sia da parte nostra che abbiamo ricevuto i flussi nell’arco di così poco tempo. Considerate che per ogni notte sono arrivate mille persone, per quattro notti consecutive. Noi siamo una popolazione di cinque mila abitanti, l’unica cosa che abbiamo potuto fare all’inizio, considerato che il centro era chiuso è stato mettere a disposizione sia i locali della parrocchia, sia alcuni locali comunali messi a disposizione dall’Amministrazione. (ma)







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