La Chiesa celebra i Santi Cirillo e Metodio. Il Papa: esempi da seguire per rivitalizzare
le radici cristiane dell'Europa
La Chiesa festeggia oggi i Santi Cirillo e Metodio, apostoli dell’Oriente cristiano,
compatroni dell’Europa. Ai due fratelli evangelizzatori di Tessalonica, Benedetto
XVI ha dedicato la catechesi di un’udienza generale, nel giugno del 2009, e diverse
riflessioni, in particolare nelle udienze che ogni anno riserva, per la festa, alle
delegazioni bulgara e macedone. Riascoltiamo alcuni pensieri del Papa sui Santi Cirillo
e Metodio nel servizio di Alessandro Gisotti:
Seguire l’esempio
dei Santi Cirillo e Metodio, evangelizzatori infaticabili e antesignani dell’inculturazione
del Vangelo. E’ l’esortazione di Benedetto XVI che ha più volte invitato l’Europa
e in particolare i popoli slavi a rivitalizzare le radici cristiane del Vecchio Continente.
Il Papa mette l’accento sulla missione innovativa dei fratelli di Tessalonica che,
1200 anni fa, annunciarono la Buona Novella presentandola con parole comprensibili
alla popolazione della Grande Moravia:
“Cirillo e Metodio erano convinti
che i singoli popoli non potessero ritenere di aver ricevuto pienamente la Rivelazione
finché non l’avessero udita nella propria lingua e letta nei caratteri propri del
loro alfabeto”. (Udienza generale, 17 giugno 2009)
Il Papa si sofferma
sul metodo seguito dai Santi Cirillo e Metodio, sottolineando come abbiano ispirato
e diffuso i principi dell’inculturazione del Vangelo, in particolare raccogliendo
i dogmi cristiani in libri scritti in lingua slava:
“In effetti,
Cirillo e Metodio costituiscono un esempio classico di ciò che oggi si indica col
termine 'inculturazione': ogni popolo deve calare nella propria cultura il messaggio
rivelato ed esprimerne la verità salvifica con il linguaggio che gli è proprio. Questo
suppone un lavoro di ‘traduzione’ molto impegnativo, perché richiede l’individuazione
di termini adeguati a riproporre, senza tradirla, la ricchezza della Parola rivelata.
(Udienza generale, 17 giugno 2009)
E’ quella offerta dai due Santi,
rileva il Papa, una “testimonianza quanto mai significativa, alla quale la Chiesa
guarda anche oggi per trarne ispirazione ed orientamento”. E ribadisce che ad animare
i due evangelizzatori tra “sofferenze, privazioni e ostilità”, fu un’“invincibile
speranza in Dio”. Una speranza che oggi è ancora particolarmente fruttuosa in Bulgaria:
“Attraverso
un’infaticabile opera di evangelizzazione, attuata con vero ardore apostolico, i santi
Cirillo e Metodio hanno provvidenzialmente radicato il cristianesimo nell’animo del
Popolo bulgaro, così che esso è ancorato a quei valori evangelici, che sempre rafforzano
l’identità e arricchiscono la cultura di una nazione”. (Udienza delegazione bulgara,
22 maggio 2010)
Particolarmente legata a Cirillo e Metodio è anche
la Macedonia alla quale il Papa chiede di conservare l’eredità spirituale dei suoi
Santi Protettori:
“Questi Santi Co-Patroni dell’Europa, ai quali
voi con pieno diritto vi riferite, hanno tracciato un sentiero umano e spirituale,
che fa della vostra Terra un luogo d’incontro tra diverse esigenze culturali e religiose.
Il pacifico componimento delle aspirazioni dei popoli che vi abitano, proietta sul
Continente europeo uno scenario di fattivo e fecondo confronto, al quale la Santa
Sede guarda con favore”. (Udienza delegazione macedone, 24 maggio 2007)
I
Santi Cirillo e Metodio, ribadisce il Papa, incoraggiano i cristiani dell’Europa a
“conservare e rinsaldare l’intrinseco legame che esiste tra il Vangelo” e le “rispettive
identità culturali”:
“Come discepoli del Signore, nel reciproco rispetto
delle diverse tradizioni ecclesiali, siamo chiamati alla comune testimonianza della
nostra fede in Gesù, nel nome del quale otteniamo la salvezza”. (Udienza delegazione
bulgara, 22 maggio 2010)