Omelia del segretario di Stato Tarcisio Bertone nel 10.mo anniversario della scomparsa
del cardinale Casoria
“Quando la libertà umana sposa la causa di Cristo e della Chiesa, l’anima si appassiona,
lo spirito ringiovanisce, la vita assume le fattezze gioiose dell’amore. Nella testimonianza
di vita del porporato campano abbiamo la prova che i comandamenti, se vissuti liberamente,
portano alla gioia e alla pace del cuore”. Il cardinale segretario di Stato Tarcisio
Bertone ricorda così la figura del cardinale Giuseppe Casoria, che fu prefetto emerito
della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, nel 10. mo
anniversario della sua scomparsa, avvenuta l’8 febbraio del 2001. Nell’omelia della
celebrazione eucaristica tenutasi in occasione della commemorazione, oggi nella Basilica
di San Giuseppe al Trionfale di cui il cardinale Casoria fu titolare, il segretario
di Stato Vaticano ha parlato del compianto porporato come di “un testimone della fede”.
Un testimone che “ha posto al servizio della Chiesa la sua libertà”, invitando i presenti
a trarre dalla sua esperienza di vita e di fede l’invito a “scoprire il senso autentico
della nostra libertà nell’obbedienza a Dio e alla sua volontà”. Con riferimento al
Vangelo odierno, il cardinale Bertone si è poi soffermato sul ruolo della legge divina
in rapporto con la libertà umana. Se “il modo di pensare tipico dei nostri tempi,
caratterizzato da un accentuato soggettivismo” fa ritenere, ad uno sguardo superficiale,
che “la legge morale, che Dio propone all’uomo come strada di realizzazione e di salvezza”
e la libertà siano “contrapposte”, in qualche modo separate, “una riflessione più
profonda permette, invece, di comprendere che la libertà è la facoltà che ci consente
di aderire al bene e di realizzarlo”. “Non è veramente libero chi pone sullo stesso
piano il bene e il male, ma chi si propone di scegliere tra il bene e il meglio”.
Citando il passo del Vangelo di Matteo in cui Gesù dice “Avete inteso che fu detto:
Non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla,
ha già commesso adulterio nel proprio cuore”, il porporato ha osservato che “la nostra
vita morale si valuta a partire dalla correttezza delle intenzioni del cuore prima
che dall’analisi delle nostre azioni” e che possiamo combattere il peccato “solo purificando
il nostro cuore e formando la nostra coscienza con una tensione continua verso il
bene, seguendo la legge di Dio e i suoi comandamenti”. “La legge divina – ha spiegato
il cardinale Bertone - non opprime la libertà umana, ma la orienta verso la dimensione
dell’amore. L’amore, richiestoci da Dio, è l’unica legge in grado di liberare la nostra
libertà dai lacci dell’interesse, dell’egoismo e dell’inclinazione al male”. Ricordando
il pensiero di Sant’Agostino, che in una celebre espressione ebbe a dire: “Ama e fa’
ciò che vuoi”, il Segretario di Stato ha osservato che “chi è guidato dall’amore per
Dio e per i fratelli non si trova mai nell’imbarazzo dell’infrangere la legge. La
legge è necessaria per maturare, ma gli empi la guardano come un ostacolo, i giusti
come un aiuto alla libertà”. Parimenti – ha concluso il porporato - “il comandamento
dell’amore non è un ostacolo al nostro essere liberi, bensì ne è il compimento, è
il culmine della libertà”. (C.D.L.)