Il Papa all’Angelus: morte dei bambini rom, tragedia evitabile in una società più
cristiana
Benedetto XVI all’Angelus, riferendosi al “Discorso della montagna”, ha sottolineato
che l’amore di Dio e la carità sono i pilastri della pienezza della Legge di Cristo.
Il pietoso caso dei quattro bambini Rom morti la scorsa settimana nella loro baracca
bruciata – ha detto il Papa – impone di domandarci se una società più solidale, più
cristiana, “non avrebbe potuto evitare tale fatto tragico”. Parole che hanno toccato
la piazza anche perché i genitori dei piccoli erano presenti accompagnati dalla Comunità
di Sant'Egidio. La novità di Gesù - ha aggiunto Benedetto XVI - consiste nel fatto
che Lui stesso “riempie i comandamenti con l'amore di Dio”. Amedeo Lomonaco:
Nel Vangelo
di oggi Gesù proclama la nuova Legge, la Torah. Gesù dice di non essere venuto tra
gli uomini per abolire la Legge ma per dare il pieno compimento. Rivolgendosi ai suoi
discepoli, aggiunge che se la loro giustizia non supererà quella degli scribi e dei
farisei, non entreranno nel regno dei cieli. Ma in che cosa consiste questa “pienezza”
della legge di Cristo e questa “superiore” giustizia che Gesù esige?
“Gesù
lo spiega mediante una serie di antitesi tra i comandamenti antichi e il suo modo
di riproporli. Ogni volta inizia: “Avete inteso che fu detto agli antichi…”, e poi
afferma: “Ma io vi dico…”. Ad esempio: “Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non
ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque
si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio” (Mt 5,21-22).
E così per sei volte”.
Questo modo di parlare – spiega il Pontefice
- suscitava grande impressione nella gente, che rimaneva spaventata, “perché quell’’io
vi dico’ equivaleva a rivendicare per sé la stessa autorità di Dio, fonte della Legge”:
“La
novità di Gesù consiste, essenzialmente, nel fatto che Lui stesso “riempie” i comandamenti
con l’amore di Dio, con la forza dello Spirito Santo che abita in Lui. E noi, attraverso
la fede in Cristo, possiamo aprirci all’azione dello Spirito Santo, che ci rende capaci
di vivere l’amore divino. Perciò ogni precetto diventa vero come esigenza d’amore,
e tutti si ricongiungono in un unico comandamento: ama Dio con tutto il cuore e ama
il prossimo come te stesso”.
Ricordando le parole di San Paolo e
riferendosi a recenti e drammatici episodi di cronaca, il Santo Padre aggiunge che
la “pienezza della legge è la carità”:
“Davanti a questa esigenza,
ad esempio, il pietoso caso dei quattro bambini Rom, morti la scorsa settimana alla
periferia di questa città, nella loro baracca bruciata, impone di domandarci se una
società più solidale e fraterna, più coerente nell’amore, cioè più cristiana, non
avrebbe potuto evitare tale tragico fatto. E questa domanda vale per tanti altri avvenimenti
dolorosi, più o meno noti, che avvengono quotidianamente nelle nostre città e nei
nostri paesi”.
E non è un caso – afferma Benedetto XVI – che la
prima grande predicazione di Gesù si chiami “Discorso della montagna”. Mosè - aggiunge
- salì sul Sinai per ricevere la legge di Dio e portarla al Popolo eletto:
“Gesù
è il Figlio stesso di Dio che è disceso dal Cielo per portarci al Cielo, all’altezza
di Dio, sulla via dell’amore. Anzi, Lui stesso è questa via: non dobbiamo far altro
che seguire Lui, per mettere in pratica la volontà di Dio ed entrare nel suo Regno,
nella vita eterna”.
Una sola creatura – ricorda il Papa - è già
arrivata alla cima della montagna: la Vergine Maria. Grazie all’unione con Gesù, la
sua giustizia è stata perfetta. Per questo – conclude - “affidiamoci a lei, perché
guidi anche i nostri passi nella fedeltà alla Legge di Cristo”.