Uganda: appello dei vescovi per lo “svolgimento pacifico del voto”
“Ci stiamo avvicinando alle prossime elezioni con molta paura, perché si moltiplicano
i segni di possibili violenze. Per questo, la Conferenza episcopale ugandese ha chiesto
ufficialmente al governo e alla Commissione elettorale di garantire lo svolgimento
pacifico del voto”. Così, mons. Sabino Odoki, vescovo di Arua, diocesi al confine
con Sudan e Repubblica Democratica del Congo, intervenendo ieri pomeriggio all’Università
cattolica di Milano al convegno: “Nord Uganda e Sud Sudan, quale futuro per i cristiani?”.
A riferirlo è l’agenzia Sir. “Nella fase pre-elettorale - ha spiegato mons. Odoki
- abbiamo assistito a molti episodi di violenza, per questo temiamo che la situazione
possa degenerare in occasione del voto”. Il 18 febbraio, si apriranno le urne per
le presidenziali, che vedono in lizza otto candidati eleggibili nonostante il grande
favorito resti l’attuale presidente Museveni, al potere dal 1986 e vincitore delle
elezioni del 2001 e del 2006. Mons. Odoki è quindi intervenuto sulla situazione del
nord Uganda e in particolare dell’area di Gulu, dove fino allo scorso dicembre ricopriva
la carica di vescovo ausiliare, sottolineando come la popolazione “stia affrontando
la sfida di un nuovo inizio”. “Dopo vent’anni trascorsi nei campi profughi a causa
della guerra – ha proseguito – la popolazione sta tornando ai propri villaggi dove
però non c’é più nulla. Mancano le case, i servizi, ma anche semplicemente il cibo,
le sementi e gli attrezzi agricoli. Per questo abbiamo ancora bisogno di aiuto”. Il
nord Uganda è stato per 22 anni al centro degli scontri tra i ribelli dell’Esercito
di resistenza del signore e l’esercito regolare. Le stime parlano di 20 mila bambini
rapiti e costretti a combattere come soldati. “I problemi – ha concluso mons. Odoki
– non sono solo materiali o fisici ma anche psicologici e sociali come evidenziato
dai gravi problemi di violenza familiare. La guerra che si vedeva con gli occhi é
finita ma quella nella mente dura per molto tempo”. (L.G.)