Sud Corea: la Chiesa lancia un nuovo progetto pro-vita
Si chiama “Progetto per la vita nascente” (“New Life Project”) ed è la nuova iniziativa
promossa dalla Conferenza episcopale sud-coreana in collaborazione con i movimenti
pro-vita locali per aiutare le madri in difficoltà a non abortire. Il progetto –
riferisce l’agenzia Ucan - è stato lanciato lunedì con una Messa nella cattedrale
Myeongdong presieduta da mons. Gabriel Chang Bong-hun, arcivescovo di Cheongju e presidente
della Commissione episcopale di bioetica. L’obiettivo – come ha spiegato all’Ucan
padre Casimir Song Yul-sup, segretario delle attività pro-vita in Sud Corea - è di
sostenere con aiuti concreti le madri in difficoltà mettendo a loro disposizione le
strutture sanitarie e assistenziali della Chiesa. Nel progetto figurano in particolare
15 case di accoglienza per ragazze madri, assistenza sanitaria prima e dopo il parto
e aiuti economici. Ma l’obiettivo dell’iniziativa è anche quello di prevenire gravidanze
non desiderate. A questo scopo sono previsti anche corsi di educazione sessuale nelle
scuole cattoliche e nelle parrocchie. L’aborto è legale in Sud Corea del sud dal 1973
ed è attualmente consentito entro la 28ª settimana in casi di incesto, violenza, di
alcune malformazioni o malattie congenite del feto o in caso di pericolo per la vita
della madre. Secondo i dati a disposizione della Chiesa locale sarebbero almeno 1,5
milioni gli aborti praticati ogni anno nella Corea del Sud. Una piaga contro cui i
vescovi coreani si sono sempre battuti strenuamente, come hanno fatto contro la pena
di morte e le manipolazioni genetiche che comportino la distruzione di embrioni umani.
(L.Z.)