2011-02-10 16:00:32

Pakistan: giovane cristiano torturato e ucciso da un ricco musulmano


Imran Masih, giovane cristiano del Punjab, è stato torturato e ucciso dal suo datore di lavoro, un ricco proprietario terriero musulmano. E’ l’ennesimo episodio di abuso e sopraffazione, fino all’omicidio, ai danni di un membro della comunità cristiana in Pakistan. La denuncia del grave episodio giunge all’agenzia Fides dalla “All Pakistan Minorities Alliance” (Apma), organizzazione impegnata per la tutela dei diritti delle minoranze, che lancia l’allarme: “Tali episodi si susseguono in un contesto di discriminazione sociale e religiosa, in cui i ricchi musulmani pensano di poter disporre della vita dei cristiani, che sono ultimi nella scala sociale, sono trattati come oggetti e sono vittime indifese delle violenze”. Il caso di Imran Masih è emblematico e rispecchia uno status sociale intollerabile, in cui gli episodi di violenza denunciati sono solo la punta di un iceberg. Come riferisce l'Apma, Imran Masih, 24 anni, residente nel villaggio di Nut Kallan, era impiegato da due anni come autista presso Mohammad Masood, ricco possidente nel distretto di Gujranwala, in Punjab. Il 5 febbraio scorso Imran non si è recato al lavoro per motivi di salute. Il giorno dopo, al suo ritorno, è stato percosso e torturato fino alla morte. Successivamente Masood e i suoi complici hanno consegnato il corpo di Imran al padre, Lal Masih, anch’egli impiegato presso la stessa tenuta, affermando che il giovane si era suicidato. Il padre, non credendo a questa versione e visti i numerosi segni di percosse sul corpo del figlio, si è recato alla stazione di polizia, denunciando l’omicidio. La polizia locale, però, ha cercato di dissuaderlo, date le pressioni dell’influente Masood. Solo dopo l’intervento degli attivisti dell’Apma, che hanno inscenato una pubblica protesta a Gujranwala, bloccando le strade e richiamando l’attenzione delle autorità, la polizia ha registrato ufficialmente una accusa formale di omicidio ai danni di Mohammad Masood e di due complici. Nel lutto e nel dolore della comunità cristiana, Imran Masih è stato sepolto l’8 febbraio nel suo villaggio di Nut Kallan. “In casi come questo, - si commenta in Pakistan - avvertiamo il silenzio del governo e delle autorità civili. Ci sentiamo cittadini di serie B. Quella del Ministro federale per le Minoranze religiose è una figura istituzionale utile alla comunità cristiana per avere un interlocutore diretto nel governo e per portare all’attenzione della nazione le condizioni delle minoranze religiose. Per questo auspichiamo che il Ministero non venga abolito dal governo”. Infatti, dopo le dimissioni del governo di Raza Gilani, nei prossimi due giorni, si attende la formazione di un nuovo esecutivo, con meno dicasteri. Probabilmente il Ministero per le Minoranze verrà abolito e si trasformerà in un Dipartimento del Ministero per gli Affari Religiosi. (R.P.)







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