2011-02-09 14:49:40

Francia. I vescovi: una "falsa pista" la vicenda del bimbo nato per guarire il fratello


“Una falsa pista”. Così i vescovi francesi sulla vicenda del bambino nato il 26 gennaio scorso a Clamart in Francia che permetterà ai medici di curare un suo fratellino. E’ la prima nascita di questo genere in Francia. Il piccolo che alla nascita pesava 3 chili 650, è nato con fecondazione in vitro in seguito ad una duplice diagnosi genetica pre-impiantatoria che ha permesso la scelta degli embrioni. Questa duplice procedura di diagnosi - riferisce l'agenzia Sir - ha permesso di assicurare da una parte che il bambino fosse indenne dalla grave malattia genetica (la beta talassemia) di cui soffrono i primi due figli della famiglia, ma anche che potesse essere donatore compatibile con uno dei suoi fratellini. Questa compatibilità tissutale (Hla) permette di affrontare un trapianto successivo del sangue del cordone ombelicale che è stata prelevato dopo la sua nascita, per curare appunto il fratello maggiore. Al bambino è stato dato il nome di “Umut-Talha” che in turco significa “la nostra speranza”. Sulla vicenda è intervenuto ieri il cardinale André Vingt-Trois, presidente della Conferenza episcopale francese che si è detto “totalmente contrario” al concepimento di bambini a fini terapeutici in quanto si tratterebbe di “strumentalizzazione” di un essere umano a favore di un altro. “Saluto naturalmente – ha spiegato – il prodigio che costituisce questa nascita” ma ciò non significa che si “può utilizzare qualcuno al servizio esclusivo di qualcun altro” e che “questo bambino sia uno strumento per cercare di guarire un altro bambino”. “Diventeremo degli strumenti? Sono totalmente contrario”. Proprio ieri è iniziato presso l'Assemblea nazionale francese l'esame del progetto di legge in materia di bioetica. A questo proposito, il cardinale ha ripetuto l’opposizione della Chiesa cattolica alla ricerca sugli embrioni ed ha ricordato come la Chiesa contribuisce da anni a questa discussione. Dal 2009 ha avviato una discussione al suo interno che ha poi dato vita ad un blog promosso e seguito da mons. Pierre d'Ornellas, arcivescovo di Rennes e presidente del Gruppo di lavoro sulla bioetica istituito dalla Conferenza episcopale francese. Sarà il vescovo D’Ornellas oggi pomeriggio presso la sede parigina della Cef a tenere una conferenza stampa sul caso del bambino nato per guarire il fratello e sulla riapertura in Parlamento del dibattito sulla bioetica. Tema della Conferenza stampa: “Perché la bioetica sia al servizio dell’umanità”. Intanto a margine della Conferenza stampa, i vescovi francesi hanno pubblicato un comunicato dal titolo “Una falsa pista”. “Voler guarire il proprio fratello in umanità – scrivono – fa onore all’uomo. Ci sono persone che consacrano la loro vita a questo scopo. Accompagnare la sofferenza dei genitori che hanno un figlio gravemente malato, è un dovere della società. Comprendiamo la loro tristezza e la speranza nella medicina. Ma legalizzare l’utilizzo dell’essere umano più vulnerabile per guarirne una altro, non è degno dell’uomo. Concepire un bambino per utilizzarlo – anche se per curare un altro essere umano – non è rispettoso della sua dignità. Che dirà il bambino quando scoprirà di essere stato usato come rimedio di cura? Un tale utilitarismo è sempre una regressione E’ pericoloso per una società non rispettare l’interesse primordiale del bambino stipulato dalla Convenzione dei diritti del Bambino. Noi incoraggiamo la ricerca affinché trovi sempre più terapie appropriate”. (R.P.)







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