Rogo nel campo Rom: il cardinale Vallini presiede la veglia di preghiera. Domani lutto
cittadino
Sarà il cardinale vicario di Roma Agostino Vallini a presiedere, domani alle 17.30
nella basilica di Santa Maria in Trastevere, la veglia di preghiera diocesana per
i quattro piccoli rom deceduti nella sera di domenica scorsa a seguito dell’incendio
divampato nell’accampamento abusivo in cui vivevano, sulla via Appia Nuova. Nella
giornata di lutto cittadino voluta dal sindaco Gianni Alemanno, tutta la diocesi di
Roma si ritroverà nella chiesa madre della Comunità di Sant’Egidio, che da 43 anni
è impegnata nell’assistenza ai poveri e agli emarginati, per pregare insieme ai Rom
e ai Sinti della Capitale. Sebastian, Patrizia, Fernando e Raul, le quattro vittime
del rogo, ma anche le loro famiglie, devastate dalla tragedia di domenica scorsa.
Ci saranno anzitutto loro al centro della liturgia guidata dal cardinale, e con loro
anche le tante famiglie rom della Capitale, alle quali va la solidarietà e la vicinanza
nella preghiera di tutta la comunità ecclesiale diocesana.
Della tragedia
nel campo nomadi di Via Appia Nuova, Paolo Ondarza ha parlato con Gianluigi de
Palo ex presidente provinciale delle Acli romane, ora assessore alle politiche
per l’educazione del Comune di Roma 00:01:33:86
R. – Penso che sia
un lutto di tutti. Facciamo sempre la corsa a trovare il colpevole, ma quando ci sono
delle persone in campi non attrezzati, tutti dobbiamo sentirci responsabili. Ci sono
situazioni di grande svilimento della dignità umana: ho visto, infatti, personalmente,
bambini che giocavano con le carcasse di animali morti, dove non c’era l’acqua. Sono
convinto che il “piano nomadi” sia una risposta. Io ho visitato più volte sia il campo
rom Casilino 900 che il campo della Martora, che adesso non esistono più, e lì era
molto più facile che succedessero situazioni come quelle che si sono verificate ieri
notte. Quindi, penso davvero che serva fare un patto tra le istituzioni, la società
civile, le parrocchie e i singoli cittadini, per cercare di rendersi conto che è giunto
il momento di trovare una risposta reale all’accoglienza.
D. – Quindi,
evitare lo scontro politico in questo momento, evitare la rassegnazione e rendersi
tutti corresponsabili di una situazione che necessita di una risoluzione...
R.
– Assolutamente! Ciascuno di noi deve domandarsi se nella sua vita è accogliente e
se questo tipo di situazioni oggi ancora lo scandalizzano. Tuttavia c’è bisogno di
una risposta politica, e condivido quello che dice il sindaco: bisogna trovare una
soluzione. Il “piano nomadi” dà una risposta, e se non altro è una risposta concreta,
nel cercare di togliere situazioni non gestite e portarle in situazioni a livello
di dignità umana, dove l’acqua, la luce e il gas vengono gestiti diversamente.(ap)
Al
portavoce della Comunità, Mario Marazziti, Federico Piana ha chiesto se la
tragedia poteva essere evitata.00:01:33:72
R. – Poteva essere evitata
– può sempre essere evitata! – se si decide che gli zingari sono persone e che hanno
diritto a stare in un posto dove si possa vivere. E’ inutile fare gli sgomberi se
non c’è immediatamente un’alternativa più vivibile, perché altrimenti si creano nuovi
insediamenti abusivi, un nuovo cosiddetto degrado … Tutto questo è possibile, perché
a Roma sono 7 mila persone, di cui 3.500 sono ragazzini. Si possono far andare tutti
a scuola; si possono affittare case, si possono creare veri campi attrezzati, che
non si lascino poi all’abbandono … E tutto questo, in qualche anno si risolve.
D.
– In questo caso, la famiglia aveva rifiutato di andare in un residence …
R.
– C’è un’infinitesimale minoranza che non vorrebbe stare in un punto fisso. Se parliamo
di 7 mila persone, io ritengo che neanche cento siano le persone che potrebbero preferire
una situazione più precaria. Perché loro hanno rifiutato? Non lo so. Potrebbe essere
perché in quel residence ci sono famiglie loro rivali, cioè che hanno litigato con
qualcuno … A noi, certe volte, non piace stare vicino a qualcuno con cui abbiamo litigato
… Bisogna creare soluzioni personalizzate …
D. – Il sindaco Alemanno
ha detto: “Voglio poteri speciali sui campi” …
R. – I poteri speciali
… ma, è vero che Roma è una città complicata. A me interessa che si faccia, si faccia
bene, e anche che si aggiusti il “piano-nomadi”.
D. – E naturalmente,
questo deve essere fatto in tempi brevi …
R. – Vogliamo che, mentre
si cerca di far presto, si faccia molta attenzione ai dettagli. Noi siamo disponibili
ad indicare i dettagli, se saremo ascoltati. (gf)