2011-02-08 15:12:40

L'arcivescovo di Bangalore: pieno di falsità il rapporto sui massacri anti-cristiani in Karnataka


Dura presa di posizione dei cattolici verso il rapporto della Commissione di Giustizia Somashekara sui massacri anticristiani nel Karnataka, Stato a sud dell’India, negli anni 2008 e 2009. L’arcivescovo di Bangalore Bernard Moras, presidente del Consiglio episcopale cattolico del Karnataka, ha espresso forti perplessità qualificando il rapporto come “divisionista” (parla dei cristiani come ‘gli altri’), “generico” (“non identifica le persone e le organizzazioni” che hanno voluto gli attacchi), “mera propaganda” (considera le conversioni cristiane ottenute con fondi stranieri e indica la necessità di leggi speciali per controllare i luoghi di culto e le attività dei cristiani, quasi fossero attività antisociali), “legittimante la posizione dello Stato” del Karnataka (che ha assistito agli attacchi contro i cristiani, spesso senza impedirli e prevenirli) e “fautore di uno Stato di Polizia” (proponendo un corpo speciale per i conflitti religiosi). A nome della comunità cattolica, mons. Moras ha chiesto un “immediato intervento del governo dello Stato” per riprendere le indagini e infine accertare la verità sulle violenze contro i cristiani e le chiese, identificare i responsabili, indicare le responsabilità delle autorità pubbliche e prevedere giusti indennizzi per gli individui e i gruppi colpiti, nello Stato indiano secolare, pluralista e rispettoso di tutte le fedi, tradizioni ed eredità. Analoghe critiche sono state rivolte da Sajan K George, presidente dal Global Council of Indian Christians (Gcic), chiedendo - attraverso una lettera indirizzata al governatore del Karnataka, Sr Hans Raj Bhardwai - di non accettare le conclusioni della Commissione e di metterla sotto accusa per “ingiuria e diffamazione per il biasimevole rapporto pubblicato per demonizzare la minuscola comunità cristiana del Karnataka”. La Commissione invece di accertare le responsabilità negli attacchi contro i cristiani, avrebbe usato il rapporto – denuncia il Gcic - per cercare di interferire con “i diritti, garantiti ai cristiani dalla Costituzione, di pregare, professare e praticare la loro fede”. Il Gcic, inoltre, ha sollecitato il governatore di indagare per accertare le ragioni dei continui attacchi contro i cristiani da parte di gruppi estremisti indù. (M.I.)







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