Perù: allarme dei vescovi per i poteri al capo di Stato sugli investimenti esteri
in Amazzonia
La Conferenza episcopale del Peru, e in particolari i vescovi e vicari delle regioni
amazzoniche, hanno espresso la loro viva preoccupazione per la promulgazione di alcuni
decreti che concedono al Presidente della Repubblica poteri straordinari in materia
di investimenti esteri. In concreto, queste facoltà consentono al governante peruviano
di decidere, senza nessun controllo, discussione o contro peso, su 33 progetti di
investimento a carico di capitali straneri, da realizzare soprattutto nelle regioni
amazzoniche. “Questi decreti, scrivono i presuli, hanno come scopo principale di esonerare
tali progetti dal verdetto di uno studio sull’impatto ambientale” e dunque di fare
a meno delle “necessarie autorizzazioni amministrative”. Ricordando dichiarazioni
precedenti così come riflessioni del documento conclusivo della Conferenza di Aparecida,
i vescovi ribadiscono di non voler ostacolare nulla che possa essere di aiuto alla
crescita materiale del Paese ma, spiegano, accogliendo le angosce di numerosi fedeli
e regioni della nazione, di ritenere un dovere richiamare l’attenzione delle autorità
“sul bisogno ineludibile” che questi progetti si sostengano su adeguati “studi ambientali,
che sono requisiti fondamentale nel caso delle attività minerarie ed energetiche,
poiché occorre conoscere le gravi conseguenze sulla popolazione e sulla biodiversità
nel caso di errore nel modo di affrontare l’ambiente”. I presuli peruviani ricordano
anche le diverse occasioni in cui pastori della Chiesa sono stati chiamati a mediare
fra le autorità e le popolazioni in merito a conflitti nati proprio perché non si
era tenuto conto dell’impatto ambientale di certe attività produttive. Si è trattato
quasi sempre, riporta la nota dei vescovi, di “conseguenze che hanno colpito i più
poveri, già vittime di un’emarginazione clamorosa”. Un terzo dei 200 conflitti sociali
degli ultimi due mesi sono stati problemi riguardanti la devastazione ambientale,
precisano i vescovi, concludendo quindi con un esortazione alle autorità, in particolare
al Presidente, affinché queste facoltà assegnate al capo dello Stato possano essere
riviste e modificate”. (A cura di Luis Badilla)