Indonesia: aperta la settimana dell’Armonia fra le religioni, ma proseguono attacchi
a minoranze
Si è aperta con messaggi di dialogo e di pace, con auspici di riconciliazione ed inviti
alla tolleranza la Settimana per l’armonia interreligiosa, inaugurata ieri, a Giacarta,
in Indonesia. Migliaia di credenti di tutte le religioni – musulmani, cristiani, indù,
buddisti – hanno affollato le vie della capitale per celebrare un’iniziativa, voluta
dalle Nazioni Unite, che in Indonesia sia le comunità religiose che le istituzioni
intendono celebrare con particolare enfasi. Ma l’evento – riferisce l’agenzia Fides
- è stato anche segnato dalla violenza: tre i morti e i feriti nel distretto di Pandeglang
tra i membri della setta islamica “Ahmadiyah”, ritenuti eretici dagli integralisti
islamici “Questo ed altri episodi ci convincono ancora di più dell’urgenza di coltivare
il dialogo interreligioso e l’armonia”, ha commentato mons. Johannes Maria Pujasumarta,
segretario della Conferenza episcopale indonesiana. “L’obiettivo della Settimana per
l’armonia, allora, è quello di abbassare le tensioni e consolidare il clima di amicizia
e fraternità fra credenti di religioni diverse, che ha sempre caratterizzato la società
indonesiana” ha aggiunto il vescovo. Anche Din Syamsuddin, noto leader musulmano,
vice presidente dell’Indonesian Council of Ulema (Mui) e a capo dell’Indonesian Inter-Religious
Council, parlando a una platea multireligiosa, ha rimarcato la speranza “che questo
evento mandi un messaggio ai seguaci di tutte le religioni in Indonesia: costruire,
come nazione, l’unità e la concordia”. Da tempo le comunità religiose di minoranza
denunciano un crescente clima di intolleranza. Nei giorni scorsi un rapporto del noto
Istituto indipendente di ricerca “Setara Institute for Peace and Democracy” ha rilevato
che nel 2010 si sono verificati oltre 216 casi di flagranti violazioni della libertà
religiosa in Indonesia. Il documento segnala che 91 casi nell’area di Giava occidentale,
mente a Giava orientale gli abusi sono stati 28. Di questi episodi, 75 riguardano
le comunità cristiane e 50 sono stati contro i seguaci della Ahmadiya. Ben 43 luoghi
di culto cristiani – documenta il Rapporto - sono stati attaccati, con grave violazione
dei diritti al culto delle comunità cristiane. Secondo lo studio la Polizia avrebbe
spesso coperto o evitato di fermare le violenza, perpetrate soprattutto da gruppi
estremisti islamici, come l’Islamic Defenders Front. Il Rapporto critica quindi il
Governo di Guacarta e in particolare il Ministero per gli Affari Religiosi per non
ha saputo garantire diritti e libertà alle minoranze religiose. (R.G.)