2011-02-06 09:01:28

Plauso dei vescovi australiani all’intesa tra Canberra e Kabul sull’emigrazione forzata


I vescovi dell’Australia plaudono al Memorandum di intesa tra governo australiano e quello afgano sull’emigrazione forzata dall’Afghanistan a causa della guerra. In una dichiarazione diffusa venerdì scorso, l’Ufficio per i migranti e per i rifugiati della Conferenza episcopale (AMCRO) ha espresso l’auspicio che l’accordo, siglato lo scorso 17 gennaio insieme all’Alto Commissariato Onu per i rifugiati (ACNUR), segni una “svolta rispetto alle inefficaci quanto crudeli politiche di deterrenza contro l’immigrazione forzata” e ponga le basi per “un approccio più costruttivo per affrontare il problema alle radici” in Afghanistan. Secondo i vescovi, infatti, le misure contro l’immigrazione irregolare non hanno alcun effetto deterrente “su persone disperate che non hanno scelta” e l’attuale sistema in vigore in Australia (che prevede la detenzione preventiva dei richiedenti asilo in isole australiane, ma fuori dalla “zona di immigrazione”, ndr) è inadeguato. “È essenziale – afferma la nota – che, data la persistente situazione di incertezza e pericolo in Afghanistan, ai richiedenti asilo afgani sia data la possibilità di fare riesaminare i loro casi” e che le procedure siano più giuste. I vescovi ricordano in proposito che “la protezione e il benessere di tutti gli esseri umani è prioritaria” e che pertanto, “se ci sono dubbi sulla correttezza delle procedure e sul contesto a cui vengono rimandate queste persone” dovrebbe essere data loro la possibilità di restare in Australia. A preoccupare in particolare l’episcopato è la sorte dei richiedenti asilo di etnia Hazara, minoranza perseguitata in Afghanistan. “L’Australia – conclude quindi la nota - deve essere paziente e procedere al rimpatrio solo quando potremo garantire un minimo di sicurezza”. Sulla questione del rimpatrio dei richiedenti asilo afgani i presuli australiani, che in questi anni hanno espresso più volte critiche alle rigide politiche migratorie in vigore nel Paese, erano già intervenuti lo scorso dicembre. (A cura di Lisa Zengarini)







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