Plauso dei vescovi australiani all’intesa tra Canberra e Kabul sull’emigrazione forzata
I vescovi dell’Australia plaudono al Memorandum di intesa tra governo australiano
e quello afgano sull’emigrazione forzata dall’Afghanistan a causa della guerra. In
una dichiarazione diffusa venerdì scorso, l’Ufficio per i migranti e per i rifugiati
della Conferenza episcopale (AMCRO) ha espresso l’auspicio che l’accordo, siglato
lo scorso 17 gennaio insieme all’Alto Commissariato Onu per i rifugiati (ACNUR), segni
una “svolta rispetto alle inefficaci quanto crudeli politiche di deterrenza contro
l’immigrazione forzata” e ponga le basi per “un approccio più costruttivo per affrontare
il problema alle radici” in Afghanistan. Secondo i vescovi, infatti, le misure contro
l’immigrazione irregolare non hanno alcun effetto deterrente “su persone disperate
che non hanno scelta” e l’attuale sistema in vigore in Australia (che prevede la detenzione
preventiva dei richiedenti asilo in isole australiane, ma fuori dalla “zona di immigrazione”,
ndr) è inadeguato. “È essenziale – afferma la nota – che, data la persistente situazione
di incertezza e pericolo in Afghanistan, ai richiedenti asilo afgani sia data la possibilità
di fare riesaminare i loro casi” e che le procedure siano più giuste. I vescovi ricordano
in proposito che “la protezione e il benessere di tutti gli esseri umani è prioritaria”
e che pertanto, “se ci sono dubbi sulla correttezza delle procedure e sul contesto
a cui vengono rimandate queste persone” dovrebbe essere data loro la possibilità di
restare in Australia. A preoccupare in particolare l’episcopato è la sorte dei richiedenti
asilo di etnia Hazara, minoranza perseguitata in Afghanistan. “L’Australia – conclude
quindi la nota - deve essere paziente e procedere al rimpatrio solo quando potremo
garantire un minimo di sicurezza”. Sulla questione del rimpatrio dei richiedenti asilo
afgani i presuli australiani, che in questi anni hanno espresso più volte critiche
alle rigide politiche migratorie in vigore nel Paese, erano già intervenuti lo scorso
dicembre. (A cura di Lisa Zengarini)