2011-02-06 09:42:22

Francia. Il cardinale Jean-Pierre Ricard: sulla difesa dell’embrione non si ammettono deroghe


Proteggendo in maniera incondizionata l’essere vulnerabile per eccellenza, l’embrione umano, la legge risponderebbe pienamente alle aspettative della stragrande maggioranza dei cittadini, i quali vogliono che «lo Stato sia in grado di tutelare tutti, in particolare i più deboli, contro le derive mercantilistiche, gli esperimenti e le pratiche che tradiscono il principio di integrità del corpo umano». Si conclude con questa speranza l’editoriale dell’arcivescovo di Bordeaux, cardinale Jean-Pierre Ricard, che sul giornale della diocesi, «L’Aquitaine», si sofferma sugli articoli 23 e 24 (riguardanti la ricerca sull’embrione umano) del progetto di legge sulla bioetica attualmente in discussione all’Assemblea nazionale francese. Sull’argomento – riferisce L’Osservatore Romano - i presuli sono intervenuti recentemente con una nota, consegnata ai deputati, nella quale illustrano le loro proposte, a difesa della dignità umana. Per il cardinale Ricard, il provvedimento contiene una contraddizione. Da una parte mantiene il divieto della ricerca sull’embrione umano e sulle cellule staminali embrionali umane, dall’altra stabilisce una deroga a favore della ricerca scientifica. In certe condizioni — scrive — gli embrioni soprannumerari potranno essere utilizzati e distrutti. Nel 2004, in occasione del primo riesame della legge sulla bioetica, la ricerca sull’embrione era stata autorizzata per un periodo limite di cinque anni. Questo regime derogatorio è partito in effetti il 6 febbraio 2006 (scade dunque oggi), con l’auspicio che il legislatore, negli anni successivi, avrebbe affrontato nei termini la questione. Invece, i continui rinvii hanno condotto alla scadenza della deroga. «L’attuale progetto di legge — afferma il cardinale Ricard — rende permanente questa deroga. Ma non si vede perché qui l’etica dovrebbe farsi da parte davanti ai supposti progressi della ricerca scientifica. Essa non autorizza tutto. Non autorizza ad esempio la commercializzazione del corpo umano. E questo divieto non ammette deroghe». L’arcivescovo di Bordeaux ricorda che il provvedimento pone, come condizione all’uso dell’embrione per la ricerca, l’impossibilità di condurre una ricerca similare senza ricorrere appunto alle cellule staminali embrionali o a agli embrioni. «Ma le scoperte scientifiche sulle cellule staminali adulte non aprono la strada a un metodo alternativo?», si chiede il presule, che critica inoltre le distinzioni fra «pre-embrione» ed «embrione umano» e fra embrioni congelati oggetto di un progetto dei genitori e quelli estranei a tale progetto. Nessuna frontiera — ribadisce — l’embrione è sempre, pienamente, un essere umano. L’Assemblea nazionale comincerà la discussione del progetto di legge l’8 febbraio. Si annuncia un dibattito lungo e acceso: 117 gli emendamenti adottati dalla commissione incaricata di esaminare il provvedimento, che affronta temi delicati come la donazione di organi, la diagnosi prenatale e preimpiantatoria, l’assistenza medica alla procreazione. Fra le disposizioni più contrastate figurano quelle sull’anonimato nella donazione di gameti e sulla donazione di ovociti da parte di donne che non hanno mai avuto figli.







All the contents on this site are copyrighted ©.