2011-02-05 14:48:03

Tregua dopo 24 ore di scontri al confine tra Thailandia e Cambogia


È proseguito per 24 ore lo scontro armato al confine tra Thailandia e Cambogia. Per 24 ore, si sono affrontate unità degli eserciti dei due Paesi asiatici. Il conflitto, che ha causato diverse vittime, si è poi concluso stamani con una tregua. Il servizio di Giancarlo La Vella:RealAudioMP3

Una cruenta battaglia durata una giornata al confine che divide Thailandia e Cambogia, più precisamente attorno al conteso tempio khmer di Preah Vihear, che nel 1962 venne assegnato, insieme con tutto il territorio adiacente, a Phnom Penh dalla Corte internazionale di giustizia. Nel 2008, poi, l’Unesco ha inserito il tempio nella lista dei patrimoni dell’umanità. La scintilla è scoccata ieri, quando dall’una o dall’altra parte sono stati sparati colpi d’arma da fuoco. Gli eserciti si accusano reciprocamente di aver scatenato lo scontro, nel quale hanno perso la vita almeno tre militari, sei secondo altre fonti. Si tratta dell’ultimo atto di un confronto che negli anni scorsi si è manifestato in violenze armate ricorrenti, nelle quali hanno perso la vita circa 15 persone. Negli ultimi mesi, la questione è tornata d’attualità anche per le proteste del gruppo “Patrioti thailandesi”, un’emanazione del movimento monarchico-nazionalista delle “camicie gialle”, che sta tuttora manifestando contro il governo del premier Vejjajiva, per la sua posizione ritenuta troppo morbida in merito alla questione del possesso del tempio. Inoltre, nel febbraio scorso i giudici cambogiani hanno condannato rispettivamente ad otto e sei anni di reclusione due thailandesi accusati di sconfinamento e spionaggio. Sulle motivazioni alla base del contrasto tra i due Paesi asiatici, l'opinione di Stefano Vecchia, raggiunto telefonicamente a Bangkok:

“C’è una ragione più lontana, di carattere storico: ci sono alcune aree, pochi chilometri quadrati del territorio confinario, che sono contese tra Cambogia e Thailandia, nonostante gli interventi internazionali attuati per dirimere questa questione. È una situazione in sospeso che periodicamente esce ed è riferita soprattutto alla zona del grande tempio di Preah Vihear. Ci sono ragioni contingenti: in Thailandia si assiste a un crescente nazionalismo, anche per contrastare i problemi interni, e la Cambogia è sempre pronta a cogliere ogni occasione – e a volte anche a provocarla – per sostenere il potere del premier Hun Sen”.

Sulla vicenda, conclusasi stamani con un accordo di cessate-il-fuoco tra i due eserciti, la Cambogia ha inviato un’informativa al Consiglio di sicurezza dell’Onu per attirare l’attenzione sulla situazione alla frontiera con la Thailandia, definita a dir poco esplosiva.

Cresce il numero dei profughi nelle zone di scontri in Afghanistan
Le crescenti operazioni militari pakistane nella zone tribali al confine con l'Afghanistan, e in particolare dal 27 gennaio nella Mohmand Agency, stanno creando un flusso importante di profughi interni che richiedono una mobilitazione del governo e degli organismi internazionali. Secondo il quotidiano Daily Times, che cita fonti delle Nazioni Unite, se gli scontri con i militanti fondamentalisti si intensificano, dagli attuali 25 mila profughi si potrebbe arrivare fino a 90 mila entro la fine di febbraio. Il governo ha costituito tre accampamenti per accogliere le migliaia di famiglie che hanno abbandonato le aree di Sagi e Dawezai, dove i combattimenti sono stati più intensi, con un bilancio finora di 70-100 militanti uccisi e un numero imprecisato di perdite militari. In un comunicato, anche l'Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr) ha reso noto di aver aperto due accampamenti dove i profughi ricevono cibo e generi di prima necessità.

Continuano le ricerche della turista fiorentina rapita in Algeria
Continuano le ricerche di Maria Sandra Mariani, la turista fiorentina rapita mercoledì sera nel profondo sud dell'Algeria, nel Sahara vicino all'oasi di Djanet (2000 km a sudest di Algeri). Nessuna rivendicazione del sequestro è stata ancora diffusa, ma secondo fonti locali contattate dall'Ansa e la stampa algerina, appare chiara un'implicazione dei gruppi armati legati ad Al Qaeda per il Maghreb islamico. La donna è stata prelevata da una quindicina di uomini armati, a soli 90 km dalla frontiera con il Niger, dove molto probabilmente è già stata trasferita.

Decine di migliaia di persone manifestano a Belgrado
Decine di migliaia di persone stanno manifestando a Belgrado contro la politica economica del governo e per chiedere elezioni anticipate. Indetta dal partito del progresso serbo (Sns), la maggiore forza di opposizione, la manifestazione si tiene nell'ampia spianata davanti al parlamento, nel centro di Belgrado. Il leader del Sns, Tomislav Nicolic, ha criticato a più riprese il governo serbo, responsabile a suo avviso del forte impoverimento della popolazione in conseguenza della crisi che ha colpito duramente la Serbia. Migliaia di manifestanti sono giunti nella capitale da altre regioni dello Stato a bordo di autobus e treni speciali. Per garantire l'ordine, sono stati mobilitati ottomila poliziotti e centinaia di uomini del servizio d'ordine del Sns. Si temono infatti possibili azioni provocatorie da parte di estremisti e ultranazionalisti, compresi gli ultrà della tifoseria calcistica, che potrebbero approfittare del raduno per abbandonarsi ad atti di violenza.

Sarkozy annuncia vertice straordinario dell'Eurozona ai primi di marzo
Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha confermato che ai primi di marzo si terrà un vertice straordinario dell'Eurozona, anche se la data non è stata ancora fissata. Sarkozy ha quindi sottolineato come dal Consiglio Ue sia emerso l’orientamento a discutere “le questioni che riguardano la zona euro nell'ambito di vertici dell'Eurozona”. “I problemi strettamente legati all'Eurozona - ha detto - saranno discussi a 17, e quelli riguardanti il Patto sulla competitività a 17 più gli altri che ci vogliono stare”.

Tunisia, due giovani, arrestati per le proteste, morti per un incendio in carcere
Due giovani sono morti ieri pomeriggio in seguito alle ustioni riportate a causa di un incendio divampato in una delle celle di sicurezza della centrale di polizia di Sidi Bouzid, "culla" della rivolta popolare che ha portato alla fuga del presidente Ben Ali. Aden Hammami e Bakari Nairi, questi i nomi dei due giovani deceduti, erano stati arrestati in mattinata e rinchiusi nella centrale di Sidi Bouzid perchè accusati di possesso di armi e stato di ebbrezza. La notizia della loro morte si è rapidamente sparsa per la città provocando le proteste: centinaia di persone si sono radunate davanti alla centrale di polizia, all'interno della quale gli agenti si sono barricati, mentre i dimostranti hanno appiccato il fuoco a tre auto della polizia. La situazione rimane molto tesa. Sidi Bouzid è la città di Mohamed Bouazizi, il giovane venditore ambulante che si è dato fuoco lo scorso 17 dicembre e la cui morte ha scatenato la reazione popolare che ha portato alla caduta del regime di Ben Ali.

Manifestazioni senza incidenti in diverse città dell’Albania
L'opposizione albanese di sinistra guidata da Edi Rama è scesa in piazza ieri pomeriggio a Tirana e in altre tre grandi città del nord e del sud del Paese, a Lezha, Valona e Korca, per chiedere le dimissioni del governo del premier, Sali Berisha, e le elezioni anticipate. Le manifestazioni si sono svolte nella massima tranquillità, sotto la stretta sorveglianza di agenti della polizia. Non ci sono stati interventi di politici e discorsi rivolti alla folla. A Tirana, questa volta è stato evitato il viale principale dove sono situate le istituzioni principali e anche la sede del governo. Guidati dagli esponenti dell'opposizione, i manifestanti (100 mila secondo i socialisti, meno di 10 mila secondo la polizia) hanno marciato in silenzio sulle strade principali delle città, con in mano striscioni con le scritte "Berisha vattene" o "Berisha consegna gli assassini", riferendosi al fatto che la polizia si rifiuta ancora, da circa due settimane, di eseguire gli ordini di cattura emessi dalla Procura nei confronti dei vertici della Guardia repubblicana, sospettati dell'omicidio di tre manifestanti durante gli scontri violenti avvenuti davanti al palazzo di governo lo scorso 21 gennaio.

Domani il processo di due cittadini americani in Iran
Massud Shafii, l'avvocato di due cittadini americani in carcere da un anno e mezzo in Iran, ha detto oggi all'Ansa di non avere potuto incontrarli per preparare una linea difensiva in vista del processo, che si aprirà domani davanti alla Corte rivoluzionaria di Teheran e che li vede accusati di spionaggio ed entrata illegale nel Paese. L'amministrazione americana ha chiesto ripetutamente che i due vengano scarcerati, negando che si tratti di spie.

Cuba, chiesti 20 anni per l’operatore americano accusato di spionaggio
La Procura cubana ha chiesto 20 anni di carcere contro l'operatore americano, Alan Gross, arrestato all'Avana nel dicembre 2009 e accusato di spionaggio. La motivazione dell'accusa è per “atti contro l'indipendenza e l'integrità territoriale dello Stato”. Lo ha annunciato oggi una nota ufficiale. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 36







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