Il cardinale Bagnasco ai giovani: distinguere la vera vita da quella apparente
“I giovani siano educati a distinguere la vita vera da quella apparente che tutto
promette ma tutto toglie”. E’ quanto ha auspicato ieri il cardinale Angelo Bagnasco,
arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana, durante l’omelia
pronunciata in occasione della veglia diocesana di preghiera in vista della Giornata
nazionale per la vita, che la Chiesa italiana celebrerà domani. “Tutti noi - ha detto
il cardinale - vediamo quanto bisogno ci sia oggi della capacità di distinguere la
vita vera da quella apparente anche se questa è luccicante e trionfante”. “La vita
apparente - ha aggiunto il porporato - anche se si presenta brillante, rigogliosa,
affermata, giovane e lucente, piena di successo e di possibilità, è una vita triste”.
Il criterio per giudicare la vita vera da quella apparente - ha proseguito il cardinale
– è la Croce di Cristo che “non è un giudizio senza appello, ma un giudizio di verità
e misericordia di salvezza”. Si deve reagire alla “cultura invasiva, in ogni modo
e in ogni forma, che spinge a pensare solo a noi stessi e al nostro interesse personale,
al nostro comodo, a non farci carico degli altri” perché una società strutturata in
questo modo “diventa una civiltà morente”. “Il grado della civiltà di una società
- ha affermato il presidente della Cei - è il prendersi cura gli uni degli altri”.
“L’indicatore più autentico del grado di umanità e civiltà della convivenza - ha proseguito
- sta nella capacità della società di farsi carico della vita fragile malata, povera”.
Il porporato ha rivolto infine un invito ai fedeli a scorgere il volto di Gesù “in
ogni forma della vita umana, dal concepimento, al suo sviluppo, alla vita ferita e
violata, al momento della sofferenza, nell’appuntamento con la malattia, fino allo
spegnimento naturale dell’aprirsi alla pienezza di Dio”. (A cura di Amedeo Lomonaco)