Cessate il fuoco tra Thailandia e Cambogia dopo gli scontri alla frontiera
È proseguito per 24 ore lo scontro armato al confine tra Thailandia e Cambogia. Per
24 ore, si sono affrontate unità degli eserciti dei due Paesi asiatici. Il conflitto,
che ha causato diverse vittime, si è poi concluso stamani con una tregua. Il servizio
di Giancarlo La Vella:
Una cruenta
battaglia durata una giornata al confine che divide Thailandia e Cambogia, più precisamente
attorno al conteso tempio khmer di Preah Vihear, che nel 1962 venne assegnato, insieme
con tutto il territorio adiacente, a Phnom Penh dalla Corte internazionale di giustizia.
Nel 2008, poi, l’Unesco ha inserito il tempio nella lista dei patrimoni dell’umanità.
La scintilla è scoccata ieri, quando dall’una o dall’altra parte sono stati sparati
colpi d’arma da fuoco. Gli eserciti si accusano reciprocamente di aver scatenato lo
scontro, nel quale hanno perso la vita almeno tre militari, sei secondo altre fonti.
Si tratta dell’ultimo atto di un confronto che negli anni scorsi si è manifestato
in violenze armate ricorrenti, nelle quali hanno perso la vita circa 15 persone. Negli
ultimi mesi, la questione è tornata d’attualità anche per le proteste del gruppo “Patrioti
thailandesi”, un’emanazione del movimento monarchico-nazionalista delle “camicie gialle”,
che sta tuttora manifestando contro il governo del premier Vejjajiva, per la sua posizione
ritenuta troppo morbida in merito alla questione del possesso del tempio. Inoltre,
nel febbraio scorso i giudici cambogiani hanno condannato rispettivamente ad otto
e sei anni di reclusione due thailandesi accusati di sconfinamento e spionaggio. Sulle
motivazioni alla base del contrasto tra i due Paesi asiatici, l'opinione di Stefano
Vecchia, raggiunto telefonicamente a Bangkok:
“C’è una ragione più lontana,
di carattere storico: ci sono alcune aree, pochi chilometri quadrati del territorio
confinario, che sono contese tra Cambogia e Thailandia, nonostante gli interventi
internazionali attuati per dirimere questa questione. È una situazione in sospeso
che periodicamente esce ed è riferita soprattutto alla zona del grande tempio di Preah
Vihear. Ci sono ragioni contingenti: in Thailandia si assiste a un crescente nazionalismo,
anche per contrastare i problemi interni, e la Cambogia è sempre pronta a cogliere
ogni occasione – e a volte anche a provocarla – per sostenere il potere del premier
Hun Sen”.
Sulla vicenda, conclusasi stamani con un accordo di cessate-il-fuoco
tra i due eserciti, la Cambogia ha inviato un’informativa al Consiglio di sicurezza
dell’Onu per attirare l’attenzione sulla situazione alla frontiera con la Thailandia,
definita a dir poco esplosiva.