Giornata Mondiale contro il Cancro incentrata sull'importanza dell'attività fisica
nella prevenzione
Si celebra oggi la Giornata Mondiale contro il Cancro. Quest’anno l’attenzione è puntata
sull’importanza dell‘attività fisica nella prevenzione dei tumori. In particolare,
le ricerche scientifiche hanno dimostrato come la sedentarietà sia responsabile del
21-25% dei casi di tumore al seno e di cancro al colon. D’altra parte, gli ultimi
dati rivelano una sempre maggiore diffusione dei tumori infantili nel Sud del mondo.
La Ong Soleterre è impegnata al fianco dei bambini malati di cancro che vivono nei
Paesi più poveri. Eliana Astorri ha intervistato il direttore dell’associazione,
Alessandro Baldo:
R. – La situazione
è riconosciuta – anche a livello internazionale – di gravità sempre maggiore. Il cancro
sta diventando una malattia sempre più diffusa e sempre più diffusa anche nei Paesi
in via di sviluppo, per diverse ragioni: ragioni di ordine ambientale, di ordine sanitario,
ragioni legate all’inquinamento dell’ambiente. Tutte le coalizioni e tutti i protocolli
internazionali riconoscono oggi che il tumore e il tumore infantile sono priorità
a livello internazionale. Tant’è vero che il 2011 è un anno importante perché per
la prima volta è stata convocata un’assemblea generale delle Nazioni Unite di alto
livello – il 19 e il 20 settembre di quest’anno – proprio sulle malattie cosiddette
“non trasmissibili” tra cui, appunto, il cancro, le malattie cardiovascolari, il diabete
e malattie respiratorie, che oggi determinano il 60 per cento delle morti a livello
mondiale. Quindi, è un’urgenza ed un’emergenza prioritaria, a livello mondiale.
D.
– Le chiedo di raccontarci una storia di questi bambini …
R. – Un caso
che vorrei portare oggi è un caso positivo, che tocca direttamente l’Italia e direttamente
anche la città di Roma. Dal giugno dell’anno scorso abbiamo accolto a Roma una bambina
di due anni, che si chiama Solomia, e che viene da Ternopil, una piccola città in
Ucraina, e che ci è stata segnalata dal primario dell’Istituto per il cancro infantile
di Kiev come un caso estremamente grave e non curabile nel proprio Paese. Siamo riusciti,
attraverso la collaborazione dell’Ospedale Bambin Gesù e della Regione Lazio, ad accogliere
questa bambina in Italia. E’ ricoverata al Bambin Gesù da giugno; a dicembre è stata
sottoposta ad un intervento che, fortunatamente, è riuscito. Adesso è ancora in cura
presso il Bambin Gesù. Probabilmente, a marzo riuscirà a rientrare con la sua famiglia
in Ucraina, per poi tornare in Italia periodicamente per le visite di controllo. E’
una storia importante, riuscire a restituire la speranza ad una bambina, ad una famiglia,
così drammaticamente colpite dalla malattia. (gf)