2011-02-04 15:10:57

Dibattito sulla procreazione assistita in Italia dopo il rinvio della Legge 40 alla Consulta


“Si stanno innalzando i desideri a rango di diritti”. Così il prof. Alberto Gambino, ordinario di diritto all'Università Europea di Roma, sulla decisione dei giudici milanesi che, accogliendo la richiesta di una coppia che non può avere figli, hanno chiesto l’intervento della Corte Costituzionale sul divieto di fecondazione eterologa previsto dalla Legge 40. I magistrati parlano di incostituzionalità per contrasto della norma sulla fecondazione artificiale, con “il diritto alla realizzazione della vita familiare”. Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento dello stesso prof. Gambino:RealAudioMP3

R. - E’ una decisione che, in realtà, contrasta con alcuni principi della nostra Carta Costituzionale, perché la famiglia - società naturale fondata sul matrimonio - è naturalmente composta di due genitori che possono procreare e, quindi, dar origine ad una nuova vita. Da questo punto di vista, dunque, il nascituro ha diritto ad avere due genitori e non tre, quattro… come invece capiterebbe se si ammettesse uno soggetto esterno alla coppia, che possa donare il seme o il gamete che sia.

D. - Questo tipo di intervento potrebbe essere un grimaldello, una volta ottenuto un certo parere, per poter poi scardinare l’istituto del matrimonio?

R. - Certo, se la Corte Costituzionale accettasse questa interpretazione, ci troveremmo davanti non più ad un matrimonio legato alla società naturale, ma ad una società artificiale, dove in realtà ci sono delle figure estranee alla coppia. Così si minerebbe, quindi, in radice la famiglia concepita - da sempre - come il pilastro della nostra società.

D. - In questo modo si va ad elevare a diritto un desiderio?

R. - Eh sì, perché quello che viene qui definito - il diritto alla realizzazione alla vita familiare - non c’è da nessuna parte nella nostra Carta Costituzionale. Significa innalzare desiderio, aspettative, bisogni al rango di diritto: ma attenzione, quando questi sentimenti diventano diritti - e qui addirittura dovrebbero essere diritti fondamentali della Carta Costituzionale - questi possono poi prevalere su altri diritti, come quello appunto del bambino, che è tra l’altro il soggetto più fragile. E questo non può essere!

D. - Questa legge, peraltro sottoposta già a referendum, è stata otto volte rimandata dinanzi ai giudici costituzionali, dal divieto di diagnosi preimpianto sino a contestare il dubbio di legittimità sull’intero testo…

R. - La percezione è che non potendo agire sul Parlamento, si cerchi di agire sull’interprete per eccellenza delle nostre leggi, che è il giudice costituzionale. Questo, però, significa anche trovare un’altra via, fatta spesso di artifizi giuridici non corrispondenti a quello che è stato il comune sentire di quel referendum. (mg)

“La fecondazione eterologa, ovvero usando il materiale genetico di altre persone fuori dalla coppia, non tiene minimamente conto del nascituro”. E’ il parere di Lucio Romano, presidente dell’Associazione pro-life Scienza e Vita. Ascoltiamolo al microfono di Massimiliano Menichetti:RealAudioMP3

R. - E’ l’ennesimo tentativo di destrutturare la legge 40, svilirla e svuotarla dei suoi contenuti più significativi. La modalità è sempre la stessa: dare una priorità assoluta alla volontà di aspiranti genitori, senza tener conto di quelli che saranno i diritti del concepito e quindi del nascituro, che invece ha diritto al riconoscimento tangibile di una chiara paternità e maternità, non soltanto di ordine biologico, ma anche affettiva e familiare, senza che ci sia il coinvolgimento di più soggetti. Questa anomalia che si genera con la fecondazione eterologa la chiamiamo “cooperativa genitoriale” ed è data proprio dal coinvolgimento di più figure. Così si genera la confusione più totale di ruoli biologici, ruoli materni o paterni, ruoli sociali.

D. - La legge 40 non è una legge "cattolica", ma comunque cerca di tutelare la persona di fronte a quello che veniva definito il “far west procreativo” …

R. - La legge 40 non è assolutamente una legge cattolica, è una legge che è stata votata da un parlamento a livello trasversale, da vari parlamentari di varie formazioni e di varie appartenenze partitiche. E’una legge, senza dubbio, laica che comunque prende in considerazione - ripeto - la tutela del diritto dei soggetti coinvolti, il primo dei quali è il concepito. (bf)

“Bisogna stare attenti a non derivare delle conseguenze da alcune pronunce”, contro la vita, “che ci sono state fino ad ora”. Così il prof. Luciano Eusebi, ordinario di Diritto penale nella Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, al microfono di Massimiliano Menichetti:RealAudioMP3

R. - Nella fecondazione eterologa abbiamo una persona che preleva gameti dal suo corpo al di fuori di una relazione: chi vuole il figlio lo realizza a prescindere dalla sua corporeità, ma la corporeità non è estranea alla generazione. E’ necessario precisare che la generazione ha alcune criteriologie che oggi lo Stato laico e democratico non può non considerare. E dunque, rimettere alla Corte Costituzionale una norma inquadrando il problema solo nell’ambito della realizzazione del desiderio di coppia è una decisione povera da questo punto di vista. Naturalmente c’è anche una riflessione che va oltre la mera prospettiva del desiderio individuale o di coppia e che riduce il bambino ad un oggetto. L’auspicio è che si introduca questa specifica riflessione sul fondamento costituzionale - possiamo fare riferimento all’art. 30, dove si parla dei figli - e la Corte Costituzionale non può non focalizzarlo e non argomentare su questo punto. Dobbiamo stare inoltre attenti a non derivare delle conseguenze ulteriori da alcuni pronunciamenti che ci sono stati fino a questo momento, tenendo alto il livello della riflessione giuridica, in questo momento così delicato. (ma)







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