2011-02-04 15:37:56

Costruire una cultura dell'altro: la Comunità di Sant'Egidio festeggia il suo 43.mo anniversario


La necessità di costruire una cultura dell’"Altro" in alternativa a una cultura del disprezzo, per una Chiesa di tutti e in particolare dei più svantaggiati. E’ il messaggio della Comunità di Sant’Egidio, che ha festeggiato ieri il suo 43.mo anniversario con una Messa solenne nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, alla presenza di personalità ecclesiastiche e istituzionali e di persone bisognose sostenute da Sant'Egidio. Un’occasione per fare un bilancio sulle attività svolte dalla Comunità nel 2010. Il servizio di Michele Raviart:RealAudioMP3

Favorire l’incontro tra la diversità e far scoprire in ogni altra faccia il volto di un fratello e il volto di Cristo. Questa la missione nel mondo della Comunità di Sant’Egidio nelle parole del cardinale Ravasi durante la Messa per la celebrazione del 43.mo anniversario dalla fondazione della comunità, presente in 73 Paesi con oltre 60mila volontari. Un anno, quello passato, dedicato programmaticamente all’Africa. Un’attività volta a promuovere il dialogo e la pace, con interventi decisivi nella risoluzione delle crisi in Niger e in Guinea, ma anche programmi di tutela alla salute, lotta alle malattie infettive e promozione dei diritti dei bambini, come ci spiega Marco Impagliazzo, presidente di Sant'Egidio:

“Per noi l’Africa è il continente privilegiato. E questo anzitutto perché è proprio di fronte all’Europa e ci unisce una comunità di destino. Stiamo lavorando in Africa con un grande programma di iscrizione allo stato civile dei bambini e che ha un nome significativo 'Bravo': due bambini su tre che nascono in Africa non vengono iscritti allo stato civile e quindi non hanno diritti, crescono senza diritti e soprattutto sono sottoposti ad ogni genere e ad ogni tipo di sfruttamento. Dunque, per noi, l’"Anno dell’Africa" ha significato naturalmente anche la costruzione di tante nostre comunità e l’evangelizzazione di questo grande continente, che viene oggi riconosciuto da tutti come continente delle tante opportunità”.

Un impegno a fare della Chiesa una Chiesa di tutti e in particolare dei poveri, che culmina ogni anno con il pranzo di Natale a Santa Maria in Trastevere. Anziani, disabili, senzatetto, detenuti, Rom: una lotta contro ogni forma di esclusione sociale, per evitare che le minoranze più deboli vengano identificate come nemici in situazioni di crisi. Un rispetto per la dignità di ogni vita umana che ha portato ad un impegno a livello mondiale a contro la pena di morte. Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant’Egidio:

“La Comunità di Sant’Egidio, quest’anno, ha lavorato affinché aumentassero i voti all’Onu a favore della Risoluzione - approvata a novembre e poi a dicembre del 2010 - sulla questione della pena di morte. Siamo arrivati a 109 voti favorevoli; si sono ristretti i voti contrari. Penso all’impegno con il presidente della Mongolia, con il presidente delle Maldive, Paesi che prima erano contro la Risoluzione; penso anche al sostegno a tanti condannati a morte; penso ancora all’impegno per cercare di fermare l’esportazione, e poi la produzione, del “sodium thiopental”, uno dei tre farmaci che viene usato per l’iniezione letale: abbiamo costruito un percorso per cui, alla fine, la ditta ha deciso di ritirarlo dal mercato. Io credo che sia un altro piccolo passo per fermare la pena capitale!”. (mg)

In un anno difficile per i cristiani nel mondo, la Comunità di S. Egidio ha incessantemente cercato il confronto interreligioso, promuovendo eventi come la “Preghiera per la pace” di Barcellona, senza tuttavia rinunciare all’annuncio del Vangelo, guida insostituibile per il futuro della Comunità. Ancora Marco Impagliazzo:

"Il grande obiettivo del 2011 è innanzitutto lavorare per far crescere la nostra fede, per convertirci sempre di più al Signore, alla Sua Parola, e per vivere come discepoli di Gesù in questo mondo, portando la pace e soprattutto vivendo il comandamento dell'amore con tutti. Questo si trasforma poi in tanti obiettivi concreti e soprattutto in quello di combattere la crisi con la sola arma della solidarietà. Solo se saremo uniti e solidali potremo affrontare insieme la grande crisi del mondo contemporaneo". (mg)







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